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PIANETA TIFO: una passione che va di padre in figlio

Una delle cose che si trasmettono di padre in figlio è sicuramente la travolgente passione verso la propria squadra del cuore. Ad accompagnarci in un racconto di un calcio e di tifo di altri tempi è un amico, molto probabilmente l’amico di tutti, Antonio de Maio, detto “il vaccariello”. Il suo racconto parte proprio dal ricordo di chi gli ha iniettato il virus rossonero: “sicuramente mi sono avvicinato alla Nocerina grazie a mio padre; papà è stato un tifoso storico dei molossi, è ancora vivo il ricordo di quando insieme, io ancora bambino, andavamo a vedere la Nocerina al vecchio stadio comunale, il Piazza d’Armi. Allo stesso modo ho cercato di trasmettere questa infinita passione per i colori sociali della Nocerina a mio figlio Umberto e a quanto pare ci sono riuscito anche bene.” “La Nocerina più che una squadra di calcio è una passione, un amore, qualcosa di viscerale capace di regalarci emozioni e sofferenza,” prosegue Antonio, “è qualcosa di nostro, fa parte della nostra quotidianità, del nostro vivere; in alcuni momenti addirittura lo si potrebbe paragonare ad una vera e propria “boccata” d’ossigeno in una città che, purtroppo, ha ben poco da offrire purtoppo: la forza di questa squadra sta nel saper coinvolgere le persone.”

Una vita in rossonero quella di Tonino, vissuta da protagonista, da tifoso discreto e goliardico, passionale e mai distaccato, sempre presente anche quando tutti erano lontani o quando non c’era una vittoria da festeggiare. Per lui la vera vittoria è andare al San Francesco a sostenere i nostri colori: “di ricordi ne avrei davvero tanti da raccontare,” spiega Antonio, “uno dei primi, è sicuramente di un derby con la Paganese sul neutro di Scafati dove ci imponemmo per 2 a 1: il rapporto con gli amici di Pagani è stato davvero particolare, alcune volte non riesco a spigarmi come sia possibile che due città che vivono situazioni molti simili si odino così tanto appena si inizi a parlare di calcio. Non me ne vogliano molti amici azzurrostellati ma la Nocerina ha un’altra caratura, un altro blasone, noi abbiamo avuto l’onore di giocare in stadi veri e di essere stati apprezzati da tifoserie di tutto rispetto; nonostante la rivalità, confido sempre in derby pacifici, in un calcio sano come quello di una volta dove si trascorreva un pomeriggio di sano sport. Impossibile non ricordare la trasferta di Catanzaro del 1978, la città era in continuo fermento, quella settimana trascorreva lentissima, eravamo sfavoriti in campo e sugli spalti, ma quel gol di Spada, che ancora oggi mi emoziona al solo pensiero, mi regalò una gioia immensa: per la prima volta avevamo vinto qualcosa, per la prima volta la città aveva vinto. Le sfilate si susseguivano i festeggiamenti non avevano mai fine la città era in estasi; di quella formazione fantastica ricordo con affetto Bozzi che ancora oggi frequento e Garlini, due uomini seri prima e calciatori esemplari poi, due che in campo davano tutto e se non bastava anche di più. Ci riconoscevamo in loro nella loro voglia di non arrendersi mai, sono uomini che quando ancora oggi gli si parla di Nocerina non esitano nel sorridere per tutti i ricordi belli e brutti vissuti: siamo una tifoseria particolare il nostro troppo amore è capace di osannare quasi a divinizzare i nostri calciatori quanto allo stesso tempo di rendergli impossibile la vita.”

Oggi Tonino continua a seguire la Nocerina, nel settore distinti, insieme agli amici di sempre, quelli di una giovinezza rossonera spensierata: “il vecchio blocco” gruppo simpatico e goliardico in cui si intravede lo spirito di un tempo, tenace e appassionato. Un gruppo di amici che quando si va la domenica allo stadio fanno un tuffo nella loro giovinezza: “la voglia di ricominciare a riunirci è nata qualche anno fa, quando è iniziata l’era Auteri, un grande allenatore: spettacolare la partita di Roma contro l’Atletico, al Flaminio credo che sia iniziata la cavalcata di una Nocerina strepitosa, che spadroneggiava in tutti gli stadi. Sono stati anni davvero belli, anche se un ricordo brutto mi lega alla perdita di un caro amico come Casimiro, il suo carisma, il suo temperamento erano unici era un trascinatore. La domenica mattina era stupendo andare allo stadio ad assistere come venivano sistemati gli striscioni ed entrare già in clima partita anche se lo si era tutta la settimana.  Adesso, purtroppo, viviamo un momento davvero particolare della storia molossa, ma come sempre, cara Nocerina, ti auguro ogni fortuna!!!”

Salvatore Battipaglia, ForzaNocerina.it

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