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CARO BABBO NATALE, ti scrivo …

Non si è mai troppo grandi per ricevere regali da Babbo Natale. Non è vero che non esiste, questa è la classica frase che ripetono i bambini un po’ cresciuti che vogliono mostrarsi disillusi di fronte alla vita. Certo, magari non sarà un panciuto signore vestito di rosso che scorazza con la slitta e porta regali a tutto il mondo. Ma una sorta di Provvidenza divina di manzoniana memoria non ci dispiacerebbe affatto. E allora io la lettera gliela scrivo lo stesso.

Caro Babbo Natale,

è passato un anno dall’ultima volta in cui ci siamo sentiti. A questo punto occorre però esaminare il tuo operato: non sei stato esattamente bravissimo. Ti avevo chiesto di portarmi un’enorme lettera C, e tu, vuoi perché non ci entrava nella slitta, vuoi perché qualche befana si sarà messa contro, non sei stato capace di esaudire i miei desideri. Ma non fa niente: nel 2015 ti avevo chiesto una D e tu l’hai fatto con grande puntualità e amore, e l’anno prima il mio desiderio era semplicemente quello di rivedere un pallone al centro del salotto di casa mia. E lì sei stato bravissimo.

Non sto qui a dare troppi giudizi sull’attività di un professionista come te, da sempre addentro alle meccaniche di questo mestiere, che svolgi meglio di tutti gli altri sulla piazza. Non mi piace, in generale, criticare chi è più esperto di me e possiede sicuramente più conoscenze di chi scrive. Quindi se non mi hai potuto portare la C avrai avuto le tue ragioni! Probabilmente il bambino di Bisceglie che hai accontentato al posto mio è stato più bravo e si è comportato meglio. D’altronde lui ha preso solo buoni voti, mentre il nostro Professore, che veniva da Saviano, qualche insufficienza l’ha data, qualcuna l’ha presa. Può succedere, mica devi portarmi sempre quello che ti chiedo!

Il punto, caro Babbo Natale, è proprio un altro. È che il giocattolo che mi hai portato un paio di anni fa s’è rotto. E sai benissimo quanto ci tenessi, era il mio preferito! Venivano persino tante persone a vederlo, tanto era bello! Adesso, Babbo Natale, siamo rimasti davvero in pochi. Prima avevamo casa piena di gente, ora solo i parenti più stretti vengono a trovarci. I rapporti sono peggiorati con tutti, e le persone che vengono a salutarci ce l’hanno tutti con qualcuno. Non era questo ciò che volevo!

Non voglio scocciarti ulteriormente, Babbo Natale: so che hai tanti impegni e tante letterine da leggere. Ma, come ti ho detto, non mi importa di salire sul tavolo e incolpare qualcuno. Non mi importa se il nuovo marito di zia, quel signore coi baffi, si lamenta perché vorrebbe più nipotini, e perché qualcuno non ha messo abbastanza soldi nella busta col regalo di Natale. Non mi importa se qualcuno ha annunciato qualcosa a noi bambini innamorati di questa maglia e non è riuscito a mantenere le promesse. Non mi importa se nessuno ci fa capire niente, se ci dicono bugie, se in famiglia litigano tutti tra di loro.

Perché le persone, caro Babbo Natale, se ne vanno. È la maglia che resta. È la passione di due città da sempre innamorate di un giocattolo che ti chiedo. È l’amore che papà e figlio ci mettono ogni domenica su dei freddi gradoni. È il sapore delle piccole cose, dell’armonia di casa, della gioia di andare allo stadio, della voglia di far tremare il mondo, di ammirare la nostra meravigliosa creatura. Tutti insieme.

Caro Babbo Natale, quest’anno non ti chiedo un giocattolo nuovo. Ti chiedo di riaggiustarmi quello vecchio. Stavolta ti scriverò anche tra qualche mesetto: se la situazione migliorasse, avrei un’ulteriore riChiesta…

Marco Stile, ForzaNocerina.it

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