L’idea di tracciare un campo è antica, ha circa diecimila anni, come l’agricoltura. Col tempo, ha anche acquisito connotati sacrali. Sì, è un gesto sacro. E non mi riferisco a Romolo che punisce Remo per aver varcato il limes, il confine della neonata Roma. La mia liturgia privata mi porta al 1° novembre 1914, centocinque anni, un mese e cinque giorni fa.
Era domenica, quel giorno. Nell’ampia Piazza D’Armi, là dove i militari di stanza alla Marselli (come si chiamava la “caserma rossa”, prima di essere intitolata a Bruno Tofano) si addestravano quasi ogni giorno, un pezzo del terreno fu messo a posto da qualche operaio comunale e qualche volontario dell’AGN. Quel giorno, il gioco del pallone fece il suo esordio in città. Quel giorno, undici ragazzi della Nocerina tirarono, per la prima volta, in una gara non ufficiale, i calci dietro a un pallone. Si chiamavano Sellitti G., Caso, Barbato, Helzel, Casabona, Iannone, Esposito II, Belsito II, Santonicola, Sellitti L., e Contaldi. Scesero in campo per sfidare i cugini del Pagani FBC. Tuttavia, mentre la compagine paganese scomparve di lì a poco, i nocerini diedero il “la” a quella che sarebbe diventata la gloriosa e bistrattata avventura dell’Associazione Giovanile Nocerina nel mondo del football.
Da allora, gli spalti hanno fatto tantissima strada, ma il terreno di gioco è ancora là dov’è nato. E dovremmo esserne fieri, perché i terreni di gioco che possono vantare una tale continuità di utilizzo in Italia si contano sulle dita di due mani (oltre Nocera, Rovigo, Venezia, Modena, Genova, Valenza e Trezzo sull’Adda). Da allora, caparbio come un vero molosso, il nostro campo ha resistito a tanto, negli anni: alluvioni e invasioni, eruzioni e terremoti, sconfitte e vittorie, tante vittorie. Non possiamo che augurarci di vedere il nostro San Francesco ancora pieno, palpitante, esultante e vincente. Per altri centocinque anni.
Francesco Belsito, ForzaNocerina.it
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