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I Ricordi del Patron

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Mario Gambardella è stato il fulcro della Nocerina per un decennio, gestendo direttamente ed indirettamente le sorti rossonere. E’ il presidente, dell’era moderna, con più lunga militanza, ascoltare le sue risposte significa rivedere un film con tante scene emozionanti. Da film anche l’inizio, una calda serata di mezza estate…

 

Lei entra nella Nocerina, come componente di una cordata, nel 1997, cosa l’ha portata al calcio e alla Nocerina in particolare? Cosa ricorda di quei momenti?

 

Entrai nella cordata del 1997, perchè mi dispiaceva come Nocerino che la squadra di calcio  della mia citta’ scomparisse dal panorama della serie C, dopo anni disputati a buon livello, ed anche per aiutare colui che poi diventerà mio ottimo amico, il Dott. Costabile D’Agosto.

 

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Quella che era una cordata pian piano si sgretola e lei rimane solo al comando di una società fortemente indebitata e con precisi limiti per quanto riguarda il budget dedicato all’allestimento della squadra, nonostante questo l’annata 1997-98 è un successo, la squadra di Simonelli gioca un calcio frizzante e vincente che si fermerà solo in finale davanti alla Ternana degli ex Del Neri e Fabris. Come mai è rimasto da solo alla guida della Nocerina e che ricordi ha di quella sua prima stagione?

 

Quella cordata in seguito si sgretolò per vari motivi, innanzitutto per libera scelta di alcuni soci che decisero di uscire, e poi perchè penso che le società di calcio  devono essere gestite da una sola persona che si deve assumere  la responsabilità delle scelte gestionali e conseguentemente gli oneri economici. L’annata 1997-98 è stata indubbiamente la più esaltante, perchè con una squadra partita per salvarsi,e costata non molto,si arrivò in finale play off. Fummo fortunati perché beneficiammo della presenza di calciatori importanti ereditati dalle gestioni precedenti dei Presidenti Albani e Maglione. Calciatori come Pallanch, Toti,De Julis, Belmonte, Esposito, Avallone ed altri, raramente si vedono oggi in serie C.

 

La partita più bella ed emozionante dell’anno è probabilmente la semifinale di ritorno a Gualdo Tadino, una sconfitta rocambolesca che regala la finalissima ai Molossi, alla fine della gara Simonelli è senza parole così come i tantissimi tifosi giunti in Umbria al seguito della squadra, lei come ha vissuto quella partita?

 

La semifinale di ritorno dei play off a Gualdo fu’ una partita incredibile, cogliemmo la qualificazione al termine di una gara rocambolesca che ancora oggi ricordo con molto piacere. Ricordo,invece, con molta tristezza il compianto presidente del Gualdo che nel dopogara, ebbe uno sfogo rabbioso per aver perso la partita, si calmò,  e poi mi abbracciò e tra le lacrime mi fece i migliori auguri per il proseguimento del torneo.  

 

L’anno successivo la squadra parte con programmi ambiziosi ma qualcosa non funziona, dopo diversi tentativi si torna al passato con Simonelli e Battaglia, la squadra recupera lo svantaggio accumulato nella prima parte di campionato e fallisce l’ingresso ai play off solo dopo la sconfitta, all’ultima giornata, sul campo del Castel Di Sangro. Cosa non ha funzionato quell’anno?

 

L’anno successivo con Simonelli e Battaglia, effettuammo una rimonta dagli ultimi posti fino a finire il campionato al 5^ posto, a pari punti col Savoia, che ebbe accesso ai Play Off grazie alla classifica avulsa.

Quel campionato ha avuto un finale amaro con episodi poco chiari, un arbitro all’ultima partita in carriera, alcune espulsioni sospette ed altro, che causarono  la rabbia dei tifosi Nocerini che  distrussero  il campo del Castel Di Sangro. Tutto questo ci costò la squalifica del San Francesco per circa sei mesi, con ingenti danni di immagine oltre che economici.   

 

Quell’anno è stato l’ultimo di Lorenzo Battaglia in rossonero, un giocatore amato ed odiato da tutta la tifoseria rossonera, lei che ne è stato il Presidente, che ricordi ha del calciatore e dell’uomo?

 

Lorenzo Battaglia fu un giocatore amato ed odiato da tutta la tifoseria Nocerina,  perchè alternava giocate esaltanti a comportamenti di pessimo gusto.

E’ stato sicuramente un grande giocatore che con un po’ di fortuna avrebbe potuto giocare facilmente in serie A.   

 

Anche i destini calcistici di Giovanni Simonelli si dividono dalla Nocerina al termine di quella stagione, cosa ha rappresentato per lei e per la Nocerina il tecnico napoletano?

 

Al termine di quella stagione  il Professor Simonelli lasciò la Nocerina per una scelta personale. Io lo reputo uno dei migliori allenatori di Prima Divisione.

 

Il campionato successivo parte sono buoni auspici con Chiancone alla guida tecnica, la squadra parte bene ma poi i troppi pareggi ed il ritorno di Francesco Maglione portano sulla panchina rossonera Bruno Giordano. Nonostante una dispendiosa campagna acquisti invernale la squadra peggiora e si risolleverà solo con il ritorno in panchina di Chiancone, assestandosi in una tranquilla posizione di medio alta classifica. Cosa è mancato a questa Nocerina per ripetere le prestazioni delle due stagioni precedenti?

 

L’anno successivo con Chiancone-Giordano-Chiancone, si cercò di disputare un campionato di vertice, purtroppo terminammo il campionato, mi sembra, all’ottavo posto perchè quella squadra pur avendo un ottima difesa, e un centrocampo di spessore, mancò di brillantezza in attacco. Credo che con un Battaglia in avanti avremmo potuto centrare anche quell’anno minimo i play off.

 

I personaggi chiave di questa annata sono Roberto Chiancone, una bandiera della Nocerina, e Francesco Maglione personaggio capace di dividere la piazza come pochi nella centenaria storia della Nocerina, che ricordi ha di questi due personaggi?

 

Roberto Chiancone è una bandiera della Nocerina, ogni volta che lo vedo, e succede spesso, finiamo sempre a parlare di Nocerina. E’ legatissimo alla maglia e parla sempre con nostalgia del Presidentissimo Orsini.

L’avvocato Maglione è un grosso esperto di calcio, lo ha dimostrato allestendo nei tre anni che è stato legato alla Nocerina, formazioni con calciatori importanti.

Anche l’ultimo anno della sua gestione, quello dei Play Out con il Sora allestì una formazione fortissima, che ha fallito unicamente per problemi economici.

 

I due anni successivi vedono la Nocerina navigare nei bassifondi della classifica, in entrambe le occasioni la squadra retrocede, evitando la C2 nel 2000/2001 grazie alla sua solidità economica che le garantisce il ripescaggio. Ha qualche rimpianto rispetto a questi due campionati, c’è qualcosa che cambierebbe oppure è stato fatto tutto il possibile per ottenere dei buoni risultati?

 

Nei due anni nei quali siamo retrocessi, poi ripescati e infine di nuovo retrocessi, ho capito che il mio ciclo alla guida della Nocerina era finito. Ho avuto uno scatto d’orgoglio l’anno dopo allestendo una squadra forte, guidata da Capuano, per riportare di nuovo la società in C1, categoria nella quale meritava di stare la Nocerina. Purtroppo il tentativo fallì e decisi di uscire di scena.

 

 

Negli anni successivi ufficialmente lei non rientra nell’organigramma della Nocerina ma segue comunque molto da vicino le sorti rossonere affidate alla compagine dirigenziale che accompagna l’avvocato D’Angelo. Nel corso di quelle stagioni le è mai venuto il desiderio di riprendere la Nocerina e riportarla in alto?

 

Ho aiutato le gestioni al risparmio dell’Avvocato D’Angelo, che ebbe l’incarico di mantenere la categoria e di traghettare la società nella mani di altri imprenditori decisi a continuare l’avventura rossonera. Mi sono subentrati prima il Presidente De Marinis e poi il Presidente Citarella a cui va tutta la mia stima e l’augurio di portare sempre più in alto i colori rossoneri.

 

Secondo lei quali sono i personaggi, nel campo e fuori dal campo, di questi cento anni di Nocerina che meritano di essere ricordati più degli altri?

 

Il Presidente più importante della storia della Nocerina è stato sicuramente Orsini, sia per la lunghezza del suo mandato, che per i risultati ottenuti. Per quanto riguarda gli allenatori e i giocatori penso che di personaggi importanti ce ne siano stati tantissimi e a citarne qualcuno si farebbe torto a tanti altri.

 

Lei è uno dei personaggi più rappresentativi della storia della Nocerina, quali sono i suoi auguri a questa vecchia e gagliarda signora che si appresta a compiere 100 anni?

 

Alla Nocerina, alla quale in tanti abbiamo dedicato parte delle nostre vite per cercare di portarla più in alto possibile, auguro di ritornare quanto prima in prima divisione, e che questo ritorno sia solo il trampolino verso un futuro di soddisfazioni e vittorie sempre più prestigiose.

 

Fabio Pagano, ForzaNocerina.it

 

Altre interviste pubblicate Roberto Chiancone , Costabile D’Agosto

 

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