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Ciccio Bifera, numero uno di un calcio che non c’è più

Francesco “Ciccio” Bifera, classe 1967, una carriera spesa in serie C con alcune delle maglie più prestigiose della terza serie, Acireale, Juve Stabia e Andria tra le altre. Da avversario ha incrociato parecchie volte la Nocerina, ed a distanza di anni è uno dei “nemici” che più ricorrono nei discorsi dei tifosi.

 

Il primo incontro è in serie C1, la Nocerina era in piena era Del Neri, e lei difendeva i pali dell’Acireale, una sfida importante che la Nocerina vinse per 1-0 si ricorda quella gara?

 

Non ho particolari ricordi di quella partita, alla fine quelle che ti rimangono impresse sono le sfide sentite, le partite importanti, e quella non lo era.

 

Dopo l’Acireale passa alla Juve Stabia, dove giocherà per due anni, derby infuocati dentro e fuori dal campo per due anni, ricorda qualche particolare di quelle gare così sentite qui in Campania?

 

I derby me li ricordo benissimo, era un altro calcio, altri tempi, giocatori diversi, non c’erano tutti questi ragazzini. Alcune gare erano delle vere e proprie battaglie, in quegli anni le piazze importanti in serie C si contavano sulle dita di una mano: Castellammare, Torre Annunziata, Nocera, quando giocavi su questi campi le motivazioni erano inutili, se avevi un po’ di sangue nelle vene eri già carico a mille, il pubblico ti trascinava. Un derby in particolare lo ricordo, Nocerina Juve Stabia 2-2, eravamo in vantaggio 2-0 ma i rossoneri sospinti da un pubblico incredibile, nonostante il nubifragio, riuscirono a rimettere in sesto la partita e alla fine pareggiammo 2-2. Conservo ancora una foto di un derby, c’è lo striscione di un gruppo della curva sud, gli Anonimi Alcolisti.

 

A proposito di Carica, lei era solito strappare le maniche della sua maglia da portiere, come mai?

 

Si lo facevo sempre, era un gesto che mi dava la carica, una botta di adrenalina e poi mi faceva sembrare più cattivo!

 

E qui una sonora risata sospende per un po’ l’intervista, Bifera è un vero personaggio, protagonista di calcio che bisognerebbe recuperare.

 

La sua ultima apparizione al San Francesco è stata con la maglia della Fidelis Andria, una gara nella quale lei parò tutto,uscendo però sconfitto per 3-1, suscitando l’ammirazione persino della curva sud che dopo averle “dedicato” un coro particolare l’accompagnò negli spogliatoi con un fragoroso applauso. Si ricorda quella partita e quel coro in particolare?

 

Mi ricordo sia la partita che i cori, tutto è cominciato con i tifosi che mi lanciavano i fumogeni per distrarmi e io li inseguivo, fu un bel siparietto. Li ringraziai per quei cori e li salutai e loro mi applaudirono, sono cose che non succedono più ed è un peccato.

 

Se dovesse fare una sua formazione con i calciatori di quegli anni, sia compagni di squadra che avversari, mettendo lei come portiere quali sceglierebbe per il suo undici ideale?

 

E’ difficile fare una formazione, in quegli anni non in serie C c’erano in prevalenza vecchi volponi della categoria, gente di qualità, i giovani erano pochi, si trattava per lo più di ragazzi che non avevano trovato posto in categorie superiori. Mi ricordo tanti nomi della Juve Stabia, Amodio, Foglia, Fontana, Menolascina e molti altri, era una squadra molto esperta. Della Nocerina mi ricordo bene Pagliaccetti, De Simone e Pallanch, grandissimi giocatori.

 

Il portiere della Nocerina è Piergraziano Gori, lo conosce? Che ne pensa ?

 

Se non ricordo male ci ho giocato contro quando era a Taranto, credo sia un buon portiere. Non me ne voglia però se gli preferisco quelli della mia epoca, veri portieri, gente che oggi non ne vedo in giro. A parte il sottoscritto mi ricordo Visconti e Enzo Criscuolo. Se ci allenassimo un po’ potremmo giocare ancora oggi in serie C.

 

E giù un’altra risata.

 

Un buon portiere lo troverete contro domenica, Spadavecchia, l’ho tirato su quando era un ragazzino, ha grandi potenzialità, farà bene.

 

Nel corso degli anni spesso e volentieri il suo nome è stato accostato alla Nocerina, c’è mai stata una vera trattativa e se si perché non è andata in porto?

 

Se ne è parlato qualche volta ma mai niente di concreto e mi dispiace perché mi sarebbe piaciuto giocare con quella curva alle spalle a tifare per me. Ne conservo un ottimo ricordo, caldi e passionali come solo altre due o tre piazze in tutta la serie C.

 

Come mai un personaggio come lei è rimasto fuori dal calcio?

 

Sono sette anni che sono fuori dal calcio, ho provato a rientrare ma non c’erano i presupposti. Il calcio giocato mi manca molto, è difficile staccarsene per uno come me che ha sempre dato il massimo per le maglie che ha indossato e per questo sport. Il calcio è uno stile di vita.

 

Può fare un saluto ai tifosi di ForzaNocerina.it che la ricordano ancora come un avversario forte, da rispettare, a prescindere dalla maglia?

 

E’ stato un vero piacere per me fare questa intervista. Nocera è una delle piazze che ricordo meglio e con più piacere anche se non ho mai indossato la maglia della Nocerina. Se anche in piazze dove non ho giocato si ricordano di Francesco Bifera vuol dire che qualcosa di buono ho fatto. Vi Auguro grandi successi, li meritate.


Fabio Pagano, ForzaNocerina.it

 

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