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Dove sono gli Ultras?

Il calcio era il gioco più bello del mondo, ora interessi economici, politici e tanto altro ancora hanno reso lo stesso solo uno “sporco business”. Alle origini vestire i colori della propria contrada o della città, per non parlare della nazione, era un vanto, con gente che sacrificava affetti e lavoro per portare in alto il proprio vessillo, adesso un mucchio di euro, fa dimenticare tutto, le origini gli affetti e quant’altro.

Tra gli anni 50 e 60 in Italia iniziano a nascere i primi gruppi organizzati di tifosi, che partendo dalle società più importanti, iniziano a cambiare il modo di sostenere le proprie squadre, ed ovviamente con la nascita e la diffusione di nuovi gruppi iniziano anche le rivalità, solo alla fine degli anni 60 compare il nome ultras per identificare il proprio gruppo.

Gli ultras appena nati, si fecero subito notare, per l’organizzazione del tifo, con la nascita di striscioni, di coreografie, di inni, per l’utilizzo di coriandoli e dei fumogeni, di uno stile di vita che metteva la propria squadra al centro dell’attenzione tutta la settimana e non solo la domenica.

Ma negli anni 70 in un Paese devastato dal terrorismo, nelle curve, molto spesso specchio della società in cui viviamo, iniziano a vedersi i primi segni di violenza che sfoceranno poi in veri atti di guerriglia urbana e nascono i primi gruppi con simbologie e striscioni che poco hanno a che fare con lo sport e con la rivalità extra cittadina.

Negli anni che seguiranno il fenomeno ultras sarà ancor più di contestazione nei riguardi di una società poca attenta all’evoluzione della stessa, ma aumenteranno anche gli episodi di violenza e dopo la morte dell’ultras genoano Vincenzo Spagnolo, ci saranno i primi tentativi di autoregolamentazione dei gruppi ultras italiani, tentativi non andati a buon fine.

Arrivando ai nostri anni, in un calcio sconvolto dalle televisioni e dalle differenziazioni di orari e giorni, iniziano le iniziative contro il calcio moderno, reo di aver cambiato radicalmente la natura dello sport più popolare al mondo, inizia anche a prendere sempre più piede nelle curve anche la differenziazione politica, ma cominciano le forti azioni di repressioni che hanno il culmine con il D.A.SPO  ed ultimissima la tessera del tifoso, che ha addirittura diviso le stesse tifoserie tra non tesserati e tesserati, villeggiati dai primi, perché rei di aver prestato il fianco al potere che ha deciso di “schedare” il tifo, determinando uno svuotamento degli stadi.

Ad ogni gara si ascoltano cori e si espongono striscioni contro chi ha dato i propri dati per continuare a sostenere la propria squadra sia in casa che in trasferta, ma purtroppo non finisce col semplice sfottò, perché l’offesa arrecata a chi “non ha ceduto al potere”, deve essere punita con atti di violenza o meglio ancora con attentati vili a gente comune e perché no anche a chi segue le squadre per lavoro.

Sicuramente non possiamo a prescindere accostare il mondo ultras a tali fenomeni, è facile mascherare la delinquenza dietro ad una sciarpa, ma sicuramente oltre alla repressione delle forze dell’ordine, ci vuole una scossa all’interno del movimento ultras, isolando queste teste calde e facendo capire loro che queste cose non vanno fatte e che certe vigliaccate deteriorano l’immagine e snaturano lo stesso movimento.

Se dire ultras equivale a parlare di episodi di violenza, francamente, possiamo fare a meno della vostra esistenza, bastano i problemi quotidiani e la lotta alla criminalità organizzata, ma siccome siamo certi che le fondamenta del movimento sono solide e sono per il sostegno della propria fede, dei propri colori,  invece di prestare il fianco a chi vuole la vostra scomparsa, si ritorni esclusivamente ad incitare i propri beniamini ad inscenare manifestazioni di protesta vocali, ma si allontanino i delinquenti in modo definitivo.

E’ facile per un comune “bullo”, sentirsi forte in gruppo e aggredire in modo vile gente comune con le famiglie a seguito, ma voi non siete ultras, non siete tifosi, voi siete dei pessimi delinquenti che hanno la forza solamente di agire in branco mascherati, peccato che a volte aspettate una partita di calcio per dare sfogo ai vostri istinti animali, forse per voi non serve la galera, ma semplicemente l’isolamento nelle caverne.

 

Francesco Cuomo, ForzaNocerina.it

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