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Campilongo, corsa contro il tempo

È arrivato a Nocera Inferiore portandosi nella valigia una sola certezza: il modulo. La sua Nocerina giocherà col 4-3-3. Un dogma per Salvatore Campilongo, che ha costruito le sue fortune in avvio di carriera proprio sul modulo tanto caro a Zdenek Zeman. La Cavese la sua creatura più riuscita, un capolavoro di tecnica, tattica e temperamento, capace in tre anni di vincere un torneo di C2 e una Supercoppa, e partecipare ben due volte ai play-off. Le altre tappe della sua carriera di tecnico (Foggia, Avellino, Empoli, Frosinone), le più recenti, non sono state altrettanto scintillanti: un esonero, due retrocessioni (dalla B alla Prima divisione) e un decimo posto (Empoli). Risultati al di sotto delle attese e, soprattutto, delle capacità di Sasà, attaccante di razza negli anni Ottanta e Novanta, scugnizzo immarcabile per i difensori più forti dei tornei di serie C e di serie B dell’epoca. A Nocera è arrivato a gennaio, come a Frosinone un anno fa, con un girone di andata già mandato in archivio, e quello di ritorno iniziato con una sconfitta, altro punte in comune con la passata esperienza. Ai canarini fu fatale la trasferta di Empoli. Alla Nocerina è andata addirittura peggio: il k.o. è arrivato in casa, contro il Sassuolo. Ottavo interno di questa tormentata stagione. Una via crucis per una tifoseria abituata a suonarle e non ad essere suonata. Almeno nel campionato di Prima Divisione chiuso a maggio a suon di record. La prima uscita è andata male, ora tocca pensare alla seconda. E pure a Brescia, Campilongo vorrebbe puntare sul 4-3-3, ma gli interpreti mancano. La cessione di Scalise all’Ascoli e l’infortunio di Mingazzini probabilmente lo obbligheranno a cambiare spartito. Gli era capitato anche con Empoli e Frosinone di dover tradire il suo credo per “ragioni di stato”, ripiegando sul 4-4-2 o una sua variante (4-2-3-1), con risultati non sempre felicissimi. Anche stavolta potrebbe andare così, ma solo per una domenica. In attesa che il mercato gli regali i tre puntelli richiesti (un difensore, un centrocampista e un esterno d’attacco) e la squadra digerisca le sue corpose razioni di lavoro fisico e tattico. Attesa che dovrà giocoforza essere breve, perché il tempo che scorre è il vero e più infido avversario da battere. Lo sa pure il buon Sasà.

Nunzio Siani, ForzaNocerina.it (foto ©2012 di GiusFa Villani)

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