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NOCERINA: un’offesa ai tifosi veri

Molto spesso si nasconde dietro la passione “pallonara” la violenza e la demenza di un “branco” che prova ad esaltarsi in mezzo alla gente con gesti al limite della decenza umana, avendo la meglio su una comunità che pacificamente osserva inerme ad un palmo di mano.

Tanti fantomatici tifosi, che a volte si celano anche dietro sigle pseudo-ultras, stanno rovinando il gioco più bello del mondo, probabilmente il giusto risultato ad una società distrutta nei valori, distrutta nel senso civico.

Ovvio non può l’attuale mondo calcistico e federale condannare alcuno, o dare pene esemplari ai tifosi, quando nel giro di pochi mesi ha messo alla luce tutte le proprie crepe e tutte le  “solidali”  assoluzioni dopo i fatti triti e ritriti di calciopoli e del calcio scommesse, dando pene inique a chi si è reso responsabile del tradimento sportivo.

Ma i fatti che ci troviamo a commentare non hanno nulla a che vedere con episodi calcistici e di passione, andiamo oltre al risultato e alle squalifiche o alle sanzioni, nessun sgarbo ricevuto in passato, o qualsiasi rivalità pregressa può giustificarne la gravità.

Noi come tifosi rossoneri, ci vergogniamo di quello che è accaduto al “Ciro Vigorito” di Benevento, vogliamo essere impopolari, per noi la fede calcistica vuol dire altro, non ergersi a bulli per due ore.

Non osiamo immaginare se la traiettoria del razzo esploso dal settore ospiti della struttura di Benevento fosse finita in mezzo alla gente, di qualsiasi colore o razza, non è tollerabile,in uno stadio per giunta pieno di bambini e famiglie, questo non è lo sport che amiamo, questo non è il tifo in cui ci riconosciamo.

Questi signori non amano questo sport ed allora il primo passo tocca a noi, noi che sacrifichiamo le nostre famiglie, i nostri affetti e con tanti sacrifici economici corriamo dietro una passione che generalmente ci unisce, noi dobbiamo essere il primo vero ostacolo, per chi vuole e cerca altro dentro uno stadio.

Tante sono le responsabilità, partendo da chi credeva che con una “cernita” (finalizzata solo a scopi economici), poteva risolvere i problemi, o chi deve prevenire e controllare prima che si parte dalla propria sede o all’arrivo nei parcheggi, tanto si doveva fare e non si è fatto, tanto si potrà fare e si dovrà fare se vogliamo ancora far rotolare quella palla.

Il calcio senza tifosi è morto, questo si leggeva in tanti stadi negli anni orsono, ma questi comportamenti porteranno inevitabilmente allo spegnimento di una passione che finirà tra qualche anno e questi “quattro imbecilli”, in continua crescita, avranno raggiunto il loro obiettivo ed allora cosa e chi aspettiamo, chi ama questo sport, invece di inneggiare a chi subisce restrizioni, dovrebbe isolare certi trogloditi, rimandandoli inevitabilmente nuovamente nelle loro caverne.

 

Francesco Cuomo, Forza Nocerina.it

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