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BRUNO IOVINO: ”Citarella non esiterà ad iscrivere la Nocerina”

Esperienza, serietà e competenza. Questi tre aggettivi sintetizzano in breve e comunque non riescono a descrivere a pieno la figura di Bruno Iovino. Direttore generale nell’annata della fantastica cavalcata che ha portato la Nocerina in serie B, Iovino è rimasto sempre legato a filo doppio a Nocera e alla squadra rossonera pur non facendone più parte proprio dalla fine di quel campionato. Con la solita disponibilità ci ha parlato della situazione generale in cui versa il calcio ed in particolare quello di terza serie. La Lega Pro fra riforme e gironi ancora da stilare sembra essere nel caos e Iovino ne traccia la strada per trovare il bandolo della matassa.

 

Direttore, il calcio negli ultimi anni si fa troppo spesso nelle aule dei tribunali, ultimo esempio le perquisizioni della guardia di finanza nelle sedi di tante società sportive, mentre il livello tecnico generale in Italia è sceso, come se la spiega lei questa situazione e come si può fare per riportare un po’ di credibilità in questo mondo?

 

“La cosa che più mi preoccupa è che determinati personaggi che sono stati implicati già in passato in situazioni poco chiare stiano ancora nel mondo del calcio, mentre chi lavora onestamente e secondo i regolamenti viene tagliato fuori, forse a chi manovra i fili fa più comodo lavorare con persone abituate a pescare nel torbido. Altra cosa preoccupante è che all’interno del mondo del calcio si conoscono troppo bene delle dinamiche particolari come quelle che possono riguardare i contratti d’immagine con società in territorio estero. La tristezza è che debbano intervenire organismi “esterni”  come l’ultimo esempio della Guardia di Finanza che sta indagando sulle condizioni di alcuni contratti. Una cosa importante che si potrebbe fare, inoltre, per tutelare le società minori è quella di portare i contratti professionistici, che scattano in automatico per i giovani che vengono fuori dai settori giovanili, a 5 anni, senza guardare per forza alla soluzione che si adotta per la serie A che rende automatico un contratto di tre anni. In questo modo si tutelano le società, salvaguardando il patrimonio delle stesse ed impedendo che i giocatori, dopo essere cresciuti in un settore giovanile, vadano via senza portare alcun beneficio alle casse societarie. Questo è solo un esempio di ciò che si potrebbe fare per aiutare le società ma che purtroppo molto spesso non si fa.”

 

Come vede la situazione in Lega Pro per la prossima stagione, con la riforma in vista ci sono squadre che potrebbero non iscriversi per la prossima stagione, potrebbero esserci delle sorprese?

 

“Per quanto riguarda la Prima Divisione, con la riforma in vista non dovrebbero esserci problemi per le squadre che dovrebbero prendervi parte, il problema sorge nella seconda divisione. Visto che già il nono posto in campionato potrebbe comportare la retrocessione in serie D si dovrà valutare quante squadre se la sentono di rischiare. Ma con questa riforma si va incontro ad un altro grosso problema di natura sportiva e strutturale. Pensare che piccole realtà del campionato di “quarta serie” potrebbero trovarsi a competere con grandi realtà come potrebbero essere Perugia, Salerno o Nocera, solo per dirne alcune, mi sembra un po’ azzardato visto le strutture che le squadre vincenti dei nove gironi di serie d, non avrebbero per forza di cose a disposizione. La soluzione a questo problema potrebbe essere la reintroduzione del calcio semi-professionistico. Il fare calcio a costi accessibili con veri e propri contratti di “apprendistato” potrebbe consentire la crescita dei giovani e la crescita delle piccole realtà in base al proprio bacino d’utenza e alle proprie disponibilità economiche, senza dover fare passi più lunghi della gamba che sono la rovina di questo sport.”

 

Secondo lei come saranno redatti i gironi di Prima Divisione del prossimo campionato, ci saranno i dovuti accorgimenti per evitare scontri fra piazze calde?

 

“Visto che sono state introdotte tante norme in merito alla violenza negli stadi come la Tessera del tifoso, il biglietto nominale e le telecamere che monitorano ogni zona degli spalti, non vedo perché si debbano giocare partite a porte chiuse ed in campo neutro, come capitato per Nocerina-Paganese. Le autorità competenti devono garantire il regolare svolgimento di tutte le partite, ma io porrei l’accento su un’altra questione. Personalmente sono per una divisione in verticale dei due gironi della prima divisione. Giocatori, società ed addetti ai lavori hanno bisogno di una visibilità più ampia. Anche i calciatori devono rendersi conto e formare il proprio carattere in modo da poter scendere al sud e giocare in campi “caldi”, così come il calciatore abituato ai campi del sud deve fare la bocca a realtà che non aveva incontrato prima oltrepassare il confine di girone. Certo, per le società sono costi in più che però, data la visibilità in termini di territorio, non vanno ad intaccare minimamente quello che potrebbe essere il budget di una stagione.”

 

Entriamo un po’ più nello specifico, in quello che più ci sta a cuore. Quali sono i tempi tecnici dell’iscrizione e come vede la situazione che si è venuta a creare in casa Nocerina?

 

Il termine perentorio per l’iscrizione al campionato è il primo luglio alle ore 19.00, data in

cui bisogna presentare le ricevute dei bonifici bancari a testimonianza dei pagamenti effettuati a tutti i tesserati, l’assegno per l’iscrizione e la fidejussione a garanzia. Oltre quella data è possibile solo fare ricorso per una mancata iscrizione fino al 10 luglio. Per quanto riguarda la Nocerina è un momento comprensibile. Il presidente Citarella, evidentemente amareggiato da due campionati in cui le uscite sono state esorbitanti ed i risultati non all’altezza dello sforzo economico ha deciso di rifiatare un attimo. Ma se Citarella è quello che conosco e che ho lasciato due anni fa in serie B, non avrà remore ad iscrivere la squadra, rinnovare la fidejussione e garantire la continuità del calcio a Nocera, soprattutto in un anno dove senza retrocessioni si potrebbe ricorrere a situazioni interne. Io ripongo grossa stima in Pasquale Ussia, titolare del patentino di allenatore di prima categoria. Potrebbe essere lui da tecnico competente e da profondo conoscitore del settore giovanile della Nocerina in particolare e di tutte le realtà giovanili sul territorio nazionale, l’uovo di colombo per Citarella e per la Nocerina. Non è detto che con un budget oculato e con una squadra composta da giovani non si possa fare bene e valorizzare qualche calciatore interessante, il tutto aiutato dall’assenza di retrocessioni e quindi da una maggior tranquillità di fondo. Comunque rimango dell’idea che la Nocerina si iscriverà alla prima divisione di lega pro. Il presidente se ha fatto quello che ha fatto è stato solo per cercare l’appoggio dell’imprenditoria locale e della politica del comprensorio. Capisco a pieno però la sua

amarezza.

 

Se dovessero chiamarla di nuovo alla Nocerina, questa volta con un discorso tecnico ed economico ridimensionato rispetto a quello di qualche anno fa, lei cosa risponderebbe?

 

Non è la prima volta che dico che firmerei anche in bianco per la Nocerina, ma non perché sia un pazzo o avessi un disperato bisogno di soldi, ma perché io a Nocera ho un conto in sospeso. La mia avventura con la Nocerina si è interrotta subito dopo l’aver creato qualcosa di magnifico, subito dopo aver riportato la Nocerina nella cadetteria e questo è un mio cruccio, mi sembra di aver lasciato incompiuta l’opera. Ovviamente questa volta il progetto sarebbe diverso, l’aspetto sportivo verrebbe ridimensionato ma non l’entusiasmo e la voglia di fare bene, di fare le cose serie e con oculatezza, anzi sarebbe un bene ammettere i propri limiti e muoversi all’interno degli stessi. Sono tutti bravi quando c’è da banchettare ad ostriche e champagne, quando si può spendere e spandere a volontà, io vengo dalla gavetta, al ristorante, spesa onerosa per la società, preferisco un panino e non ho mai lasciato dietro di me un fallimento economico, sono i fatti che lo testimoniano e poi tornerei a Nocera perché la gente ancora mi stima e mi vuole bene, ho avuto la testimonianza quando ci sono stato qualche giorno fa per i funerali del caro Carlo Vitiello. Nocera mi è rimasta nel cuore e mi sento di poter dare ancora tanto a questa città, solo che, giustamente i matrimoni si fanno in due. Se il presidente ritenesse opportuno avvalersi ancora una volta della mia opera non esiterei a rispondere presente”

 

 

Carmine Apicella, ForzaNocerina.it

 

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