La timidezza e lo sguardo ingenuo di chi da poco si è affacciato al calcio professionistico, apprestandosi a vivere per la prima volta un’esperienza in una piazza esigente ma al tempo stesso in grado di caricare al massimo chi mostra di meritarlo, anche solo per impegno e forza di volontà. In un’annata per forza di cose consacrata alla valorizzazione dei giovani, Carlo Cremaschi sembra avere tutte le caratteristiche per ritagliarsi uno spazio importante nello scacchiere di Gaetano Fontana.
Tra i pochi a salvarsi nello sfortunato esordio stagionale con il Pordenone, il ventunenne difensore ex Tritium, arrivato a Nocera dall’Atalanta insieme al più reclamizzato Palma, è infatti ad oggi il titolare della fascia destra rossonera. Struttura fisica di tutto rispetto, bravo a supportare l’azione offensiva, senza per questo trascurare quella difensiva, Cremaschi viene da una “cantera” di livello come quella bergamasca, capace negli anni di sfornare talenti importanti, collezionando successi e titoli in serie, sotto la regia sapiente di Mino Favini, talent scout tra i più apprezzati in Italia, per cui Cremaschi ha subito avuto un pensiero alla prima intervista in rossonero. Un pedigree importante quindi, per un ragazzo già smaliziato da qualche campionato di “sofferenza” in Prima Divisione a Trezzo sull’Adda: il primo di ambientamento (cinque presenze) ed il secondo con qualche apparizione in più, alle spalle del più esperto Martinelli, quasi sempre schierato da quinto di destra di centrocampo, con compiti prevalentemente difensivi.
Due play-out, la prima volta vinti e poi persi sempre contro il Portogruaro, ed una retrocessione diventata mancata iscrizione in Seconda Divisione pochi giorni fa: soddisfazioni poche, voglia di rivincita tanta.
Nocera come ulteriore step di crescita; un banco di prova da sfruttare al meglio per proporsi ad alti livelli. Le premesse sembrano esserci, così come le potenzialità. La parola al campo.
Salvatore Alfano, ForzaNocerina.it
Immagini collegate:
