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SALVATORE DI SOMMA: “Nocera, piazza di categoria superiore”

Pilastro difensivo di quell’Avellino che, a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, imponeva alle avversarie la famosa “Legge del Partenio”, un passato ricco di soddisfazioni anche in panchina, prima di passare, nella stagione 2010/2011, alla Juve Stabia per ricoprire il ruolo di Direttore Sportivo. Stiamo parlando di Salvatore Di Somma, uno dei principali artefici della “favola” del sodalizio dei patron Giglio e Manniello: un’avventura (ironia della sorte, cominciata dopo l’addio alle vespe dell’attuale DG rossonero Gigi Pavarese) intrisa di gioie: la vittoria dei Play-Off del  campionato di Prima Divisione, due salvezze consecutive in Serie B e tante piacevoli scoperte a partire da Sau oggi pilastro del Cagliari e della Nazionale Italiana, prima dell’addio, all’inizio di questa stagione, per divergenze con la proprietà: “Un’avventura incredibile” – la definisce così l’oramai ex DS gialloblu, contattato telefonicamente – “siamo stati bravi a tirare fuori il meglio dall’entusiasmo che s’era creato all’indomani della promozione in serie B. Il resto l’hanno fatto l’organizzazione societaria, la capacità di valorizzare tanti giovani che oggi, dopo l’esperienza con la maglia della Juve Stabia, calcano palcoscenici importanti, e un tecnico preparato come Braglia”.

Qual è il segreto di Di Somma, come deve essere gestita, secondo Lei, una società di calcio per arrivare ad ottenere i risultati della sua Juve Stabia?

“Nessun segreto, non abbiamo scoperto nulla di nuovo. Il calcio non è poi così complesso come sembra, basta seguire poche semplici regole, poi tutto dipende dai risultati. A Castellamare sotto questo punto di vista ci siamo trovati al posto giusto nel momento giusto. La promozione in B è stata il punto di partenza. L’entusiasmo della piazza, la capacità del tecnico di saperlo trasmettere a tutto l’ambiente e di sposare in pieno la causa e le esigenze della società e un gruppo di calciatori ben amalgamato e motivato hanno fatto il resto. Oggi la Juve Stabia è un modello da seguire, non è facile per una piccola città di provincia restare a galla in un campionato difficile come quello di serie B”. 

A proposito di giovani, quest’anno pare la faranno da padroni in un campionato anomalo come il prossimo di Lega Pro, senza retrocessioni e con contributi importanti per chi sposa questa politica. Cosa ne pensa?

“Finché  parliamo di giovani di qualità posso anche essere d’accordo. La mia preoccupazione, però, è che  vengano lanciati allo sbaraglio tanti giovani non all’altezza di poter competere in un campionato cosi’ importante. In linea di massima, quindi, credo sia una politica sbagliata che va inevitabilmente a penalizzare tanti altri giocatori di qualità e spessore, che da un giorno all’altro rischiano di ritrovarsi senza squadra. Molte squadre, considerato anche il periodo di crisi, punteranno sul minutaggio, ne risentirà anche lo spettacolo in campo. Il mio augurio è che quest’anno particolare e la riforma ormai prossima servano davvero a creare una Lega più forte”. 

Un caso particolare è quello della Nocerina. Partita in ritardo a causa dei problemi legati all’iscrizione, ha costruito, con l’apporto del neo-DG Pavarese, una squadra estremamente giovane, in attesa di piazzare qualche colpo importante per completare la rosa. Dove pensa possano arrivare i rossoneri?

“La partenza in ritardo può essere un handicap, ma credo che grazie alla bravura e alla capacità di Pavarese alla fine verrà allestita una buona squadra, capace di poter onorare al meglio il campionato”. 

Spesso e volentieri lei è stato presente sugli spalti del San Francesco, non ultimo in occasione della prima uscita ufficiale dei molossi in Coppa Italia contro il Pordenone. Che impressione le fatto la squadra, ma soprattutto, dove crede si debba intervenire?

“La Nocerina non mi ha impressionato particolarmente, ma siamo agli inizi e non sarebbe corretto esprimere giudizi. È palese che c’è bisogno di qualche innesto di esperienza che prenda per mano i tanti giovani che compongono la rosa. Quella di Nocera è una piazza importantissima, molto esigente, che merita ben altri palcoscenici e non può essere mortificata con un campionato di bassa classifica”

Sarà il campionato dei derby. La Lega, nonostante qualche mugugno, ha optato per la divisione Nord-Sud dei gironi. Una scelta giusta secondo Lei?

“Giustissima. I derby sono il sale del calcio e se si giocano in serie A non vedo perchè, con le dovute proporzioni, non si possano giocare anche in Lega Pro. Mai come quest’anno i tifosi, quelli veri, devono dare l’esempio isolando i violenti e  dimostrando di essere maturi sotto tutti i punti di vista. Si agli sfottò, alle sane rivalità, al tifo, a tutte le cose belle rendono i derby una gara diversa dalle altre, no a tutto il resto. Le partite devono iniziare e finire in mezzo al campo, al triplice fischio tutto deve passare in secondo piano perchè nella vita di tutti i giorni i problemi sono ben altri e di ben altra entità”. 

Focalizzando l’attenzione sul girone B, quello che ci interessa più da vicino, mai come quest’anno sono tante le società ai nastri di partenza candidate alla vittoria finale, secondo Lei, qual è la maggiore indiziata a compiere il salto di categoria?

“Perugia, Pisa, lo stesso Frosinone e la Salernitana, lotteranno fino alla fine per le prime posizioni, su uno scalino più alto rispetto alle altre ci saranno Lecce e Benevento che  faranno un campionato a sé. Sarà un torneo diviso a metà, tra chi può ancora spendere e chi cercherà di sfruttare il momento particolare e le regole sui contributi per far respirare le casse societarie anche perchè il prossimo anno si tornerà a fare sul serio. Si retrocederà in D malauguratamente le cose non dovessero andare nel verso giusto e allora che ben venga un torneo di transizione se l’obiettivo è quello di non farsi trovare impreparato dalla riforma”. 

Gianluca Tortora, ForzaNocerina.it

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