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AMARCORD. NOCERINA-RUTIGLIANO 2-2, i molossi lottano e rinascono

La Nocerina ci ha da sempre abituato a raggiungere i suoi traguardi lottando e soffrendo. Salvezze risicate, spareggi vinti, promozioni inaspettate. Sempre e comunque lottando fino al novantesimo dell’ultima gara di campionato. Nulla di scontato, nulla di facile. E’ il nostro DNA, ormai ci siamo abituati. La Nocerina di Gaetano Auteri è stato, per questo, ancora più irreale, quasi un’illusione.

Emblematica fu la Nocerina edizione 2003-2004. Prima stagionale contro il neopromosso Rutigliano. La maggior parte delle persone presenti allo stadio, poche, non sapeva nemmeno da dove arrivasse il Rutigliano. Negli occhi dei presenti c’era ancora la semifinale di ritorno con il Catanzaro che aveva precluso alla squadra di Buffoni il ritorno in C1. Mario Gambardella aveva mollato la patata bollente all’avvocato D’Angelo che con qualche conoscenza e molta sofferenza aveva allestito una squadra che poteva contare su 13-14 effettivi. Una follia per il calcio moderno.

L’erba del San Francesco era praticamente assente, sugli spalti pochi fedelissimi assediati dal caldo. Eppure quella che stava nascendo era pur sempre la Nocerina, da tutti accreditata come sicura protagonista in negativo del torneo di C2. La storia della Nocerina è ricca di protagonisti inaspettati. Uno di questi è stato sicuramente Roberto Magliocco. Attaccante di scorta, a dir poco, della Nocerina destinata a dominare la C2 e finita a spasso prima del previsto, diventò finalizzatore principe della squadra di Ussia.

Magliocco portò in vantaggio per ben due volte la Nocerina. Una delle due realizzazioni fu da categoria superiore a dimostrazione delle qualità tecniche dell’attaccante rossonero. Il Rutigliano, però, riuscì in entrambe le occasioni a pareggiare grazie soprattutto alla giornata storta di Cilumbriello che di li a poco sarebbe finito in panchina per far posto a Zappino.

A fine gara quella Nocerina improvvisata fu salutata dagli applausi del poco pubblico presente. Un po’ perché nessuno pensava di rivedere i colori rossoneri in campo, un po’ perché nessuno pensava di spuntare un pareggio e soprattutto perché alla fine in campo c’erano i Molossi che vanno comunque applauditi quando danno tutto sul terreno di gioco.

Zappino, Magliocco, Ussia e tutta quella Nocerina ci tramandano una lezione che sarebbe molto utile anche alla squadra attuale e soprattutto a quella che verrà l’anno prossimo. Lotta, sacrificio, grinta, e qualità tecniche questa è la Nocerina. Non dimenticatelo, non dimentichiamolo. Mai.

Fabio Pagano, ForzaNocerina.it

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