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PIANETA TIFO: ORLANDO, una vita in rosso e nero

“Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce”. Recita così una delle più note massime di Blaise Pascal, affermato fisico e filosofo del passato, riferendosi all’aggrovigliato intreccio di sentimenti, emozioni, passioni, che caratterizzano l’Io cosciente antropico. L’amore non ha una spiegazione, esiste perchè in esso vi è la propria ragion d’essere, così come l’enfasi che lega indissolubilmente – in un pathos al di là dell’umana comprensione – un semplice tifoso alla propria squadra.

UN AMORE LUNGO UNA VITA. Quella che stiamo per raccontare è la storia di un tifoso molto speciale, Orlando Bruno, costretto sin dalla nascita su una sedia a rotelle. Una vita difficile la sua ma sempre vissuta con il sorriso sulle labbra, della quale la Nocerina diventa ben presto parte integrante: “E’ dal lontano 1995 che seguo assiduamente i molossi – racconta con un pizzico di emozione –  devo ringraziare mio cognato, è stato grazie a lui che ho messo piede per la prima volta in quella che sarebbe poi diventata la mia seconda casa, il San Francesco. Da quel giorno non ho saltato una partita. L’emozione di entrarci è ogni volta la stessa, forte, intensa, un’emozione che solo la Nocerina sa darti”.

L’ESORDIO CONTRO IL BENEVENTO E LE LACRIME DI FOGGIA. E’ come un fiume in piena Orlando, entusiasta e felice di ripercorrere la sua lunga militanza vicino alla sua squadra del cuore: “Ricordo con molto piacere la prima gara a cui ho assistito, Nocerina-Benevento 1-2, per i Molossi in goal  Emanuele Cancellato. Però quelle che più mi sono rimaste nel cuore, per le forti emozioni provate, sono state la Semi-Finale Play-Off contro il Gualdo, nel lontano ’98, e Foggia-Nocerina del 23 Aprile di appena due anni fa. Fu una sensazione talmente unica che quasi svenni dalla gioia”. E il giocatore a cui ti sei sentito più legato? “ì Lorenzo Battaglia – afferma senza pensarci troppo su – un giocatore eccezionale, dotato di una classe cristallina. Spesso, a fine gara con la scusa di portargli una bibita riuscivo ad incontrarlo negli spogliatoi. Se avesse avuto la testa sulle spalle poteva sicuramente ambire ad una carriera diversa”. Ma un posto nel cuore di Orlando ce l’ha anche Gaetano Auteri: “Un allenatore che, per risultati ottenuti e gioco espresso, non ha avuto eguali. Nessuno meglio di lui, nella nostra storia. Mi auguro che, in futuro, possa tornare, sono convinto che la sua avventura con la Nocerina non è ancora finita”.

FUTURO INCERTO. Il presente, però, non è tutto rose e fiori. La Nocerina arranca, barcamenandosi tra incertezze societarie e risultati poco lusinghieri: “Se potessi, vorrei cancellare tutto ciò che sta accadendo in quest’ultimo periodo – commenta amareggiato – l’aria quasi di rassegnazione che si respira non mi piace affatto. Non ne faccio una questione di risultati, vorrei solo più rispetto nei riguardi della storia ultracentenaria del nostro club. Sia chiaro che non voglio crocifiggere nessuno, perché i giocatori ci stanno mettendo l’anima, e Fontana non può friggere il pesce con l’acqua minerale, però ci sono modi e modi di perdere”.

LA SPERANZA E’ L’ULTIMA A MORIRE. Guai, però, a lasciarsi andare. L’essere molossi è sinonimo di grinta e forza di volontà: “Se c’è una cosa che ho imparato nella mia vita – conclude Orlando – è che non bisogna arrendersi mai. E’ vero, il momento non è dei migliori, ma dobbiamo farci forza e reagire. Spero, in un futuro non troppo lontano, di poter tornare a gioire tutti insieme, magari con una società solida alle spalle e meno interrogativi”.

Gianluca Tortora, ForzaNocerina.it

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