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UNA STORIA FA, quando il San Paolo brillò di rossonero

Cosa succede quando si vince un campionato? Accade che certe immagini ti rimangono fisse nella memoria perché ci pensi sempre. E se torni con la mente a una data stagione, cominciano a ricordare che eri partito con Mario Pietropinto in panchina. Rammenti del suo esonero e dell’arrivo di Tom Angrisani. Ricordi la gara di Santa Maria Capua Vetere, quando Sandro Erra firmò il gol vittoria contro il Grottaminarda… Sì, dire Grottaminarda ai tifosi rossoneri degli anni Novanta evoca ricordi indelebili.
Si parla di un testa a testa infinito. Di due squadre fortissime per la categoria. Di una trasmissione, “Dribbling”, su Rai Due, che il sabato prima di Cavese-Nocerina aveva dedicato uno speciale a quel derby tra “nobili decadute”. E ricordi la curva del Simonetta Lamberti straripante di tifosi molossi e quel rigore di Stabile, nel finale, che evitò una sconfitta che avrebbe chiuso il discorso campionato. Ricordi che, mentre la Nocerina strapazzava l’Ariano in casa, alcuni tifosi rossoneri andarono a Solofra per incitare i padroni di casa a battere il Grottaminarda. Tutto andò come da copione, gli irpini di Grotta vinsero. La promozione si sarebbe dovuta decidere attraverso uno spareggio.

Cadde di sabato, il 29 maggio 1993, il giorno designato per la gara promozione.
D’accordo che serviva uno stadio grande per contenere la tifoseria rossonera, ma la Lega aveva esagerato. Aveva scelto una location da brividi. A dire il vero, il San Paolo di Napoli sembrava persino troppo grande per quel match. Molti, infatti, pensavano che quella scelta avrebbe sfavorito i molossi. Sarebbe stato meglio un campo più piccolo, uno in cui far sentire la pressione del pubblico sui calciatori.
Eppure andò come andò. A essere onesti, quel Grottamarda era forte, ma forte davvero. L’Irpinia voleva portare tra i professionisti una seconda squadra, oltre l’Avellino. Ci avevano provato l’anno prima, con il Calitri. Il piccolo comune aveva costruito uno squadrone che aveva fatto tremare il Girone I del campionato Interregionale e si era dovuto arrendere solo agli spareggi promozione contro la corazzata Agrigento Hinterland. Così, la dirigenza ci aveva riprovato spostando l’intera rosa a Grottaminarda.

Quando la Nocerina di Tom Angrisani e il Grottaminarda di Tano Vergazzola uscirono dal tunnel degli spogliatoi del San Paolo, si trovarono davanti uno scenario da brividi. Una curva, la Curva A, straripava di tifosi molossi. Dodicimila, tredicimila… Il numero esatto non è mai stato precisato. C’era gente, tanta gente che cantava, tifava, incitava i propri colori. C’era voglia di calcio, a Nocera. C’era vero amore verso i propri colori del cuore, tra quella gente. C’era la passione mai sopita di una città che, all’epoca, viveva di calcio. O meglio, che viveva di Nocerina.
Siamo all’alba della metà della ripresa. Per la precisione, correva il minuto che intercorre tra il sedicesimo e il diciottesimo. La parabola di Vastola su calcio d’angolo è degna di un ingegnere, e “toc”, Lo stacco di Magni è da manuale. Non può nulla il portiere irpino.
La palla non aveva neanche finito di gonfiare la rete, che il San Paolo già brillava per l’urlo della curva rossonera. Sauro Magni, compì, in quel momento, il gesto tecnico più importante della sua carriere, attraversare tutto il campo per correre a esultare insieme ai suoi sostenitori. La partita finì così. Quella rete spianò la strada ai magnifici anni Novanta.

Tempo dopo emerse un’altra storia, alternativa e sommersa, riguardo a quella annata. Lo confessò il DS di allora, Carlo Vitiello. C’era qualche inghippo col tesseramento di un paio di calciatori rossoneri. Se la dirigenza del Grotta avesse inoltrato un ricorso, l’avrebbe sicuramente vinto. Il reclamo non partì e la Nocerina ingranò una cavalcata rossonera che si arrestò a due pali dalla B.

Francesco Belsito, ForzaNocerina.it

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