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NOCERINA ON THE ROAD: Francavilla in Sinni, tra boschi e misteri

La vittoria in casa contro il Gravina ha rilanciato le ambizioni della Nocerina, finalmente lontana dalla zona play-out e pronta più che mai a trovare continuità. La prima trasferta del 2023 corrisponde a un nuovo e delicato scontro salvezza, stavolta sul campo del Francavilla, nello scenario della Lucania meridionale, a due passi dal Parco Nazionale del Pollino. Francavilla in Sinni sorge tra i boschi i fiumi e i laghi di un territorio misterioso e incontaminato.

LA STORIA. Francavilla in Sinni è un comune di circa quattromila abitanti in provincia di Potenza, distante 186 chilometri da Nocera Inferiore. La fondazione del paese risalirebbe alla metà del ‘400, alle pendici del monte Caramola e sulla sponda del fiume Sinni. Il centro abitato si sviluppò lungo il territorio della Certosa di San Nicola. Nel corso dei secoli, la zona in cui si trova Francavilla è sempre stata motivo di paura e terrore per gli abitanti, a causa di alcune voci riguardo la presenza di criminali nascosti nelle montagne. Tali preoccupazioni si rivelarono fondate per via di eventi realmente accaduti, come il rapimento della poetessa Isabella Morra nel XIV secolo e alcune testimonianze, in cui si parla di furti e omicidi che accadevano tra i boschi ombrosi.

LUOGHI E SAPORI. Uno dei patrimoni inestimabili di Francavilla sono i resti dell’antica Certosa di San Nicola, complesso monastico costruito nel ‘300 e importante centro culturale dell’area del Pollino. Con l’arrivo delle truppe napoleoniche di Gioacchino Murat, la certosa venne distrutta, e ad oggi è stata riqualificata grazie alla creazione di un ecosistema che ospita quasi quattrocento specie di piante. Poco lontano dalla certosa si può visitare il Palazzo delle Decime, conosciuto dai locali come la “Turra”. L’edificio era la casa del monaco incaricato di riscuotere le decime, per poi diventare di proprietà del Comune di Francavilla in Sinni in epoca contemporanea. Passeggiando per le vie del centro storico, è obbligatorio fare una sosta culinaria nei ristoranti tipici del paese. Pasta fatta in casa, insaccati, carni locali e verdure di ogni tipo danno a ogni visitatore l’occasione di gustare un pranzo a chilometro zero.

Domenico Pessolano

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