NOCERINA ON THE ROAD: Cassino, l’insospettabile superpotenza
La pesante sconfitta casalinga rimediata contro la Romana ha fatto scivolare la Nocerina a -11 dalla Cavese capolista, complicando ulteriormente la lotta al vertice. Settimi in classifica e con un solo successo nelle ultime quattro gare, i rossoneri sono obbligati a vincere nella difficile trasferta contro il Cassino, terzo in classifica e piacevole sorpresa del girone. Gli uomini di mister Nappi si giocheranno una grande fetta di campionato in uno dei luoghi più iconici del mondo medievale. Parliamo del territorio dove sorge l’abbazia di Montecassino, uno dei monasteri più influenti d’Europa, testimone di arte sublime, codici di valore inestimabile e delle origini della lingua italiana.
LA STORIA. Cassino è un comune di circa trentacinquemila abitanti in provincia di Frosinone, distante centoventi chilometri da Nocera Inferiore. In epoca romana, la città viene chiamata Casinum che, stando agli studi dell’erudito letterato latino Varrone, era un termine probabilmente derivante dall’osco cascum, che significava “antico”. Tale ipotesi viene confermata dall’origine di Cassino, insediamento nato grazie alla popolazione degli Osci tra il VI e il V secolo a.C. Nel corso degli anni, Cassino diventa un centro conosciuto e molto fiorente dell’impero romano, acquisendo notorietà grazie ai rapidi collegamenti stradali con tutte le zone del centro della penisola italica. Inoltre, Cassino è un’importante produttrice di olio e, negli ultimi anni dell’impero d’occidente, è anche uno dei più importanti centri di diffusione del cristianesimo, tant’è che secondo una leggenda i Cassinesi sono stati evangelizzati da san Pietro in persona. La storia medievale che segue è tra quelle che possono fare invidia a chiunque. Ad opera di san Benedetto da Norcia, sulla vetta di una collina cinquecento metri sul livello del mare nasce una piccola comunità monastica, che costruirà un’abbazia destinata a dominare secoli di arte, storia, politica e letteratura.
I LUOGHI E LA STORIA DI MONTECASSINO. Dopo una fallimentare esperienza a Subiaco, nel 529 Benedetto da Norcia fonda la comunità monastica di Montecassino, la cui abbazia sorgerà nell’esatto punto in cui si trovava un tempio dedicato ad Apollo. Secondo la Historia Longobardorum di Paolo Diacono, nel 577 Montecassino viene distrutta da una scorrerà longobarda, evento che costringe i monaci a rifugiarsi per quasi un secolo e mezzo nel Palazzo del Laterano, a Roma. Nel 718, l’abate bresciano Petronace fa ricostruire il complesso, ma nell’883 avviene una nuova distruzione da parte dei Saraceni. Nonostante le tante disavventure, la comunità cassinese si fa conoscere grazie alla diffusione della regola benedettina in tutta Europa. Nel corso dei secoli, il potere dell’abbazia cresce fino a renderla una vera e propria superpotenza europea, per via della fitta rete di monasteri dipendente da Montecassino e per la grande attenzione proveniente dai vertici della Chiesa. Per tutto il medioevo, Montecassino è luogo di storie, segreti e cultura attraverso l’influenza e la lungimiranza dei suoi abati. Tra questi, è obbligatorio menzionare Desiderio, che tra il 1058 e il 1087 fa toccare all’abbazia cassinese l’apice della sua potenza. Non a caso, proprio l’abate Desiderio sarà il futuro papa Vittore III. Col passare dei secoli il complesso diventa sempre più maestoso anche dal punto di vista architettonico, fino ad essere ancora oggi un inestimabile patrimonio dell’umanità. Visitando per intero l’abbazia di Montecassino, infatti, si resta ammaliati all’eleganza del chiostro di Donato Bramante, che si affaccia sullo splendido panorama della valle dei Liri, si può restare anche per ore a osservare la bellezza dei codici miniati, manoscritti che raccolgono qualsiasi genere letterario e qualsiasi gamma di colori. E pensare che tutto questo stava per essere perduto nel 1944, con le quattro battaglie di Cassino, durante le quali l’abbazia viene quasi rasa al suolo dagli Alleati, convinti che fosse luogo di rifugio per l’esercito tedesco. In memoria di quella strage ci sono tre grandi cimiteri di guerra: uno polacco, uno tedesco e uno del Commonwealth. Oggi Montecassino è un complesso rinnovato, in alcuni angoli contemporaneo, ma che riesce a trasmettere più di un millennio di civiltà e, perché no, anche di evoluzione della lingua.
È proprio qui che è conservata una delle prime testimonianze della nascita della lingua italiana. Per questa settimana, “Nocerina on the Road” vi saluta con i versi del Placito Capuano, risalente all’anno 960:
“Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene,
trenta anni le possette parte Sancti Benedicti.”
Domenico Pessolano (foto di www.abbaziamontecassino.it)