NOCERINA ON THE ROAD: San Marzano sul Sarno, la storia del pomodoro
Dopo la rocambolesca vittoria per quattro a due sull’Anzio, che ha indubbiamente rilanciato le ambizioni di vertice della Nocerina, gli uomini di Marco Nappi vanno a caccia della continuità e di un successo esterno che manca dalla trasferta di Ostia. L’avversario sarà il San Marzano sul campo neutro di Palma Campania, una delle squadre sulla carta più accreditate del girone ma anche alla ricerca della via maestra dopo un avvio difficile, culminato con l’esonero del tecnico Domenico Giampà. Proprio contro i molossi, infatti, ci sarà l’esordio sulla panchina di Mauro Zironelli, che guiderà i blaugrana all’assalto delle zone alte della classifica. Non sarà San Marzano sul Sarno il teatro di questo inedito derby dell’Agro Nocerino-Sarnese, ma vale la pena renderlo protagonista del nuovo appuntamento con “Nocerina on the Road”.
LA STORIA. Situata nel cuore della valle del Sarno, in pieno Agro Nocerino-Sarnese, San Marzano sul Sarno è un comune di circa diecimila abitanti, incastonato tra Pagani, San Valentino Torio e Sant’Egidio del Monte Albino. Dire quanto dista da Nocera Inferiore è molto superfluo, dato che questo centro va considerato come una cugina o, fate voi, vicina di casa della città capofila del territorio. Le prime tracce di presenza umana in questa zona risalgono a un periodo che va tra il IX e il VI secolo a.C., ad opera della popolazione dei Sarrastri. La prima menzione di San Marzano è da attribuire a una lettera di papa Gregorio Magno a un abate della comunità monastica di Orvieto, circa l’esistenza di un monastero benedettino “in fundo Marciano”. Il nome di San Marzano, invece, è citato in un atto di vendita dell’anno 963, conservato nell’Abbazia della Santissima Trinità di Cava de’ Tirreni. Lo sviluppo vero e proprio del centro urbano, per tanti secoli feudo appartenente a diverse famiglie, è dovuto alla costruzione dal 1820 della strada che collega Sarno alla consolare Napoli-Salerno, evento che fa di San Marzano un fondamentale punto di passaggio.
I LUOGHI DELL’ORO ROSSO. Dal punto di vista storico-artistico il simbolo di San Marzano è il rinvenimento di resti, materiali e utensili al termine degli scavi archeologici nel 1903 condotti da Ettore Pais. Grazie a questa campagna, si è scoperto che solo in questa zona erano presenti circa millequattrocento necropoli, tutte attribuite ai Sarrastri. Accanto al Palazzo di Città, invece, troviamo la Chiesa di San Biagio, il luogo di culto più rappresentativo, ma per giungere al patrimonio più prezioso e inestimable di San Marzano si deve arrivare al prodotto tipico per antonomasia, celebre ed esportato in tutto il mondo. Stiamo parlando del pomodoro San Marzano DOP, conosciuto da tutti come l’oro rosso della Campania. Arrivato per la prima volta in assoluto dal Perù, nel 1770, la principale caratteristica del pomodoro San Marzano è data dalla forma allungata, la polpa carnosa e quasi senza semi, fattore che lo rende perfetto per la preparazione di pelati e conserve. Il primo industriale ad avere l’idea di lanciare il San Marzano sul mercato è Francesco Cirio, ma da qui in poi la storia del prodotto conosce una lunghissima crisi, dovuta a una sovrapproduzione che provoca la quasi estinzione di questo pomodoro. Ad oggi, per fortuna, la passione, le braccia e l’amore per la terra dei nostri agricoltori hanno fatto rinascere il vero e autentico oro rosso della Campania. Quella Campania Felix di cui San Marzano e l’intero Agro sono fieri testimoni, grazie a chi conserva le radici e i sapori del territorio, più che mai da proteggere in un’epoca di grigi palazzoni, incuria e spietata produzione di massa.
Domenico Pessolano