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Il fatto della settimana: maxi squalifica per aggressione all’arbitro

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Quest’oggi faremo un salto nell’ultima serie del calcio italiano, la terza categoria, più precisamente quella laziale. Infatti la partita Corchiano-Cellere è stata testimone di un gravissimo episodio di violenza, l’ennesimo, ai danni di un arbitro.

L’episodio

Stando al rapporto del giudice sportivo, l’incidente è avvenuto nei minuti finali della gara. A seguito del gol del Cellere, un giocatore del Corchiano ha raggiunto l’arbitro spingendolo e protestando in maniera intimidatoria. Il direttore di gara, ovviamente, decide per l’espulsione. Durante l’esposizione del cartellino rosso, è intervenuto Raffaele De Luca, che ha colpito con un pugno violento il braccio sinistro dell’arbitro, facendogli cadere il cartellino e continuando a protestare con insulti e modi aggressivi, prima di essere allontanato dagli altri tesserati. Il direttore di gara ha immediatamente decretato la fine della partita, però mentre si dirigeva verso gli spogliatoi, gli insulti e le minacce proseguivano anche da parte dei tifosi del Corchiano e di un dirigente, già espulso durante la gara.

Il referto dell’ospedale

Il direttore di gara, a quel punto, si è immediatamente recato nel pronto soccorso più vicino, dove gli è stata diagnosticata una frattura al capitello radiale del gomito sinistro, con una prognosi di trenta giorni. 

Le sanzioni del giudice sportivo

In seguito, il giudice sportivo ha stabilito le seguenti sanzioni: squalifica di cinque anni per Raffaele De Luca, con preclusione alla permanenza in ogni ruolo e categoria della FIGC fino al 5 dicembre 2029, in considerazione della gravità del gesto; ammenda di 200 euro alla società Corchiano per il comportamento dei propri tesserati e sostenitori; squalifica di cinque giornate al giocatore espulso per le proteste nei confronti dell’arbitro; inibizione fino al 19 dicembre per il dirigente accompagnatore coinvolto nei fatti.

Sciopero delle sezioni del Lazio

L’aggressione avvenuta ai danni di Edoardo Cavalieri ha portato i presidenti di tutte le sezioni del Lazio a una protesta mai avvenuta prima: non designare nessun arbitro per le partite dall’eccellenza in giù, compreso il calcio a 5. Ciò ha portato, ovviamente, a un rinvio, nel weekend scorso, di tutte le gare delle suddette categorie. Protesta condivisa, poi, dagli arbitri di tutta Italia che sono scesi in campo con un segno nero sul volto, per simboleggiare la violenza che da troppo tempo attanaglia la classe arbitrale italiana e non.

Francesco Pio Buffardi

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