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DA ZERO A DIECI: Esposito come Cristo, si ferma ad Eboli. Cacace l’unico a metterci la faccia

La sconfitta contro l’Ebolitana, oltre a ricacciare il Città di Nocera a -4 dalla lepre Sant’Agnello/Sorrento, porta alle dimissioni del tecnico Pasquale Esposito il quale, come Cristo per Carlo Levi, si è fermato ad Eboli. In attesa del nuovo padrone della panchina rossonera, tocca ripartire di slancio per non compromettere quanto di buono fatto finora…da zero a dieci.

ZERO le sconfitte che il Città di Nocera aveva rimediato nelle prime nove giornate di campionato, con un percorso fatto di venticinque punti su ventisette disponibili ed il solo pari subito in rimonta a Palma Campania a guastare una media senza macchia. Negli ultimi quindici giorni sono invece arrivate due battute d’arresto al cospetto di Sant’Agnello/Sorrento ed Ebolitana a mortificare i propositi di una squadra che, con il cambio di guida tecnica, spera ora di riprendere la giusta rotta. Primi attendibili banchi di prova all’orizzonte saranno le due Scafatese tra giovedì e domenica, per coppa e campionato.

UNO il tesserato del Città di Nocera che ha trovato forza e coraggio di presentarsi alla stampa dopo la bruttissima prestazione confezionata allo stadio di Eboli. Trattasi del difensore Davide Cacace il quale, seppur sfortunato protagonista della decisiva rete subita ad un quarto d’ora dal termine, non ha avuto problemi nel metterci la faccia, provando a spiegare, per quanto di sua competenza, una prestazione generale assolutamente negativa. Del tecnico Esposito, così come accadde a Sorrento, nessuna traccia, pur in assenza di fionde e fucili spianati.

DUE i rossoneri attori principali del gol vittoria realizzato dall’eburino Compierchio al 32’ della ripresa: i centrali difensivi Cuomo e Cacace, solitamente punti di riferimento imprescindibili per il fu schieramento di Pasquale Esposito. Probabilmente ancora appesantiti da una pizza consumata in settimana, insieme ad altri compagni di squadra, in compagnia degli utenti di un popolare quanto pittoresco gruppo facebook, si rendono protagonisti di un velenoso contrasto perso sulla trequarti (Cuomo) e di una goffa scivolata nel tentativo di intercettare la sfera (Cacace). Compierchio ringrazia e fa secco Amabile in uscita. Game, set, match…alla prossima tavolata.

TRE i calciatori rossoneri deputati a presidiare inizialmente la linea mediana, nessuno dei quali apparso animato da feroci motivazioni, come in verità gran parte degli altri compagni di squadra. Con il solo De Liguori a provare a tenere in piedi la baracca, il giovane Vitolo palesa tutti i limiti mostrati finora, mentre Di Pietro, a dispetto di una carta d’identità che dovrebbe essere quanto meno sinonimo di esperienza, gioca a nascondino evitando accuratamente ogni zona minata. Un letale mix di incapacità di impostare un minimo di iniziativa e delittuosa mancanza di corsa e cattiveria agonistica. La ciambella può presentare il fatidico buco contro avversari limitati tecnicamente e agonisticamente, ma rischia di diventare indigesta al cospetto di compagini leggermente più attrezzate e battagliere.

QUATTRO i coloured schierati dal tecnico di casa Salvatore Nastri. Con buona pace di tecnica e fisico mostrati dalla prima punta Saani, del roccioso centrale difensivo Kouadio, in rete anche grazie ad una timida uscita di Amabile in area piccola, e dell’estroso rifugiato politico portiere Camara, spesso in versione libero aggiunto nonostante una coordinazione da rivedere; la menzione d’onore va al giovanissimo trequartista poco fantasista Sy Cheikh. Dopo aver trascorso l’intera prima frazione a vagare senza meta, viene colto dalla geniale intuizione, ad inizio ripresa, di colpire a gioco fermo il rossonero Di Pietro, guadagnandosi l’inevitabile espulsione che porta i suoi a raddoppiare le forze in quarantacinque minuti di inferiorità numerica. Provvidenziale.

CINQUE i metri che, in una ghiotta occasione capitata in pieno recupero, separavano in beata solitudine, il subentrato Rosario Majella, appena entrato in possesso palla, dalla linea di porta presidiata da Camara. L’esperto attaccante, non facendo onore ad una fama acquisita in quindici anni da bomber implacabile, ciabatta debolmente a centro area mirando il fallo laterale più che la rete avversaria, cogliendo in controtempo anche l’arrivo del generoso Ciotti. Polveri annegate più che bagnate.

SEI, a testa, i corner che hanno potuto calciare Ebolitana e Città di Nocera nel corso dei novanta minuti di gara; tutti puntualmente salutati dal simpatico e disponibile radiocronista eburino Antonio Elia, nonché addetto stampa della compagine biancoazzurra, con la frase “mucchio selvaggio in area”. In mistica identificazione con Sandro Piccinini, banali appoggi a centrocampo sono diventate “sciabolate morbide”, mentre la “sciabolata tesa” era dedicata anche a sbilenchi lanci dalle retrovie. A fare da contorno, urla scandalizzate a sottolineare anche innocenti falletti a centrocampo…passione al servizio della causa.

SETTE gli anni trascorsi dalla poco rimpianta stagione vissuta a Nocera dal terzino destro, nonché capitano dell’Ebolitana, Gianmarco Landolfi. Rientrante da un brutto infortunio, l’esterno agropolese banchetta per tutti i novanta minuti dalle parti di un confuso De Angelis, producendosi anche in inaspettate progressioni offensive, essendo praticamente libero da impegni di natura difensiva. Più vicina nel tempo, ma altrettanto priva di spunti memorabili, l’esperienza in rossonero del centrocampista Marco Pepe, in rosa nella stagione di grazia in Prima Divisione 2010-11, ritagliandosi spazi in coppa Italia in una squadra meravigliosamente promossa in serie B. Ex di turno era anche il giovane attaccante Marco Bruno, subentrato nel finale, che non ha però mai avuto occasione di esordire in prima squadra con la maglia della Nocerina.

OTTO allo spirito aggregativo della società ebolitana che per la partita contro il Città di Nocera, pur in assenza di tifosi provenienti dall’Agro, aveva indetto la “giornata biancoazzurra” per caricare l’ambiente in vista di una gara particolarmente sentita per motivi di blasone e classifica. Il poco apprezzabile risultato sono però stati i circa 150 presenti ripartiti tra curva e tribuna, di cui circa un terzo accreditati da Nocera. Non vale la scusa di un terreno di gioco facilmente visibile dalla strada, essendo stata quest’ultima deserta per tutta la durata della gara. La vittoria è arrivata, per il resto varrà la pena ritentare.

NOVE i calciatori del Città di Nocera presenti in area piccola al 21’ del primo tempo in occasione del corner battuto da Salese per il momentaneo 1-1 firmato da Kouadio, nessuno dei quali in grado di contrastare efficacemente il difensore biancoazzurro, libero di saltare e spedire di testa in rete a non più di tre metri da una linea di porta lasciata anch’essa incustodita. Esempio della poca cattiveria e di una deficitaria concentrazione messe in campo allo stadio Dirceu.

DIECI i minuti iniziali che un Danilo Scibilia non in giornata di grazia ha potuto trascorrere sulla fascia destra, prima di essere inspiegabilmente dirottato sull’out sinistro dalle parti del granitico Landolfi di giornata, mettendo forzatamente da parte i propositi bellicosi mostrati sul versante opposto al cospetto del più malleabile De Falco. Esposito torna sui propri passi negli ultimi minuti di gara ma è ormai troppo tardi, nonostante qualche occasione arrivata più per inerzia che frutto di ragionata manovra.

Salvatore Alfano, ForzaNocerina.it

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