Una storia fa: dalla tragedia di Livorno, alla farsa di Ponticelli










Ci sono ricordi che, anche a distanza di anni, ti fanno storcere il naso.
Così, se ai tifosi rossoneri di età medio/alta, dici 1982, il loro sorriso si trasformerà in rancore.
La stagione di Serie C1 1981-1982 vede il ritorno alla Nocerina di Giacomino De Caprio. Dopo le esperienze da calciatore e da allenatore, il celebre “palummiello” torna col ruolo di direttore sportivo.
De Caprio affida la panchina a un allenatore bravo e preparato, il romano Lamberto Leonardi. In porta è confermato Tortora. La difesa è formata da Tortorici, Sassarini, Barrella e Marchi (che, successivamente, sarà sostituito da Carlà). Magnini, Petrella, Di Giamo e Bocchinu formano una preziosa linea di centrocampo. L’attacco è affidato a Galli e Quadri.
Eppure, sulla squadra regna scetticismo. La memoria dalla B persa nel 1979 è ancora un macigno nell’umore della tifoseria molossa e pesa, tanto. Inoltre, il pareggio casalingo col Latina, all’esordio, non esalta nessuno. La domenica seguente, un po’ a sorpresa, i rossoneri battono il Campobasso in Molise.
I rossoblu sono un po’ la “bestia nera” della Nocerina (e tali, a breve, si confermeranno). Nell’anno della promozione in B, i molossi collezioneranno una delle poche sconfitte proprio contro di loro.
Dopo Campobasso arriva la vittoria sulla Salernitana del fresco ex Roberto Chiancone. Il San Francesco sarà ingenerosamente duro con la sua storica bandiera.
Gara dopo gara, la squadra mostra di girare e, alla fine del girone di andata, i rossoneri veleggiano nelle zone alte della classifica. L’Arezzo di Angelillo ha decisamente una marcia in più ma, alla sue spalle, scalpitano Nocerina. Campobasso e Salernitana.
Al San Francesco i molisani sono di nuovo battuti, grazie alla rete di Bocchinu nel finale. Arriva la trasferta a Salerno. Per le vie del capoluogo si snoda un imponente corteo rossonero. In campo, i molossi si portano in vantaggio. Ma il finale di gara è impietoso 4-1 per i padroni di casa.
Amaro anche il derby successivo. A Pagani, dove il settore distinti – come era stato all’andata per la curva rossonera – è diviso a metà tra le due tifoserie, gli azzurrostellati si aggiudicano la gara con Fracas.
Due gare dopo, il San Francesco si riempie all’inverosimile. A Nocera è di scena l’Arezzo, la capolista. Arriva un inutile pareggio che chiude, ai molossi, le porte del primo posto.
Ma il discorso promozione non è chiuso, c’è ancora da giocarsi il secondo posto. Regolata la Reggina la squadra va a Livorno. In Toscana i molossi sono seguiti da oltre tremila tifosi. Ma cinque ragazzi di Castel San Giorgio – Gennaro Corvino, Giuseppe Salvati, Vincenzo Settembre, Antonio Vaccaro e Matteo Fiorillo – non torneranno più a casa. La tifoseria rossonera sprofonda in un sentito lutto. All’ingresso del San Francesco viene posta una targa in marmo a loro perenne memoria.
La penultima giornata vede i molossi impegnati a Ponticelli contro il Campania del presidente/dentista Morra Greco. Il Campobasso, l’unica squadra che può insidiare ai molossi la seconda posizione, è impegnato a Casarano.
A Ponticelli, la Nocerina va in vantaggio di due gol. Ma il pubblico napoletano la prende male e in campo piove di tutto. La partita viene sospesa. I giocatori rossoneri lasciano il terreno di gioco e vi tornano quando l’arbitro li rassicura che si giocherà solo “pro forma”. Grazie alla doppietta del giovanissimo Citarelli, il Campania perviene al pareggio. Ma per la dirigenza rossonera la vittoria a tavolino è solo questione di tempo.
Nel frattempo, sta accedendo qualcosa di strano anche a Casarano. Prima della gara, la storia racconta che il pulmann degli ospiti ha tagliato la strada all’Ape Piaggio di un contadino. Il fattore, infuriato, scaglia una pietra contro l’autobus dei molisani. Viene colpito in testa il giocatore Maestripieri. Anche la società molisana inoltra reclamo.
Intanto, il campionato si conclude. Campobasso e Nocerina sono seconde a pari merito: 55 punti.
Tutti aspettano lo spareggio. Ma, il 2 giugno, la Lega rende noto di aver accettato il reclamo del Campobasso e respinto quello della Nocerina. La classifica finale cambia: Campobasso 56; Nocerina 55. I molisani sono promossi in B.
L’ingiustizia è clamorosa e a Nocera si scatena l’inferno: dal 2 al 4 giugno, i tifosi rossoneri chiudono le scuole, bloccano la ferrovia e l’autostrada. Per le strade, i cassonetti sono divelti e dati alle fiamme.
Giornali e televisioni sbattono gli avvenimenti nocerini in prima pagina, ma è tutto inutile. I molisani vanno in B, i molossi rimangono in C1. Qualcuno racconta che, in quell’occasione, fu bloccato anche il Giro d’Italia, ma è fantasia. In quei giorni, la celebre corsa a tappe si svolgeva in Lombardia.
Quello stesso anno, l’11 luglio, l’Italia divenne campione del Mondo in Spagna. Ma, per i rabbiosi tifosi rossoneri, fu una magra consolazione.
Francesco Belsito, ForzaNocerina.it