È morto Frank Fasciani











Il suo amore la Nocerina, per la curva, per i colori rossoneri sono noti a tutti, in città. La passione per il subbuteo ha portato il suo nome in giro per l’Italia. La sua discrezione, unita alla sua genialità, lo hanno reso una delle menti più brillanti della nostra città.
Nocera piange, e lo farà a lungo, Francesco Fasciani, per tutti Frank. Un uomo buono, sorridente, affabile, disponile, umile, modesto, timido. Uno dei fondatori dei Mastiffs’ Supporters. Tantissimi stemmi, adesivi, materiali e coregografie che hanno contraddistinto gli ultras rossoneri negli anni Ottanta e Novanta sono nati dalla sua mente inesauribile, ma pochi lo sanno.
Frank lascia la moglie, la figlia, un fratello, la madre e tutti gli amici che gli hanno voluto bene.
Non è facile, per me, scrivere altro. Allora, prendo in prestito dallo sterminato archivio del mio amico uno degli ultimi pensieri che ha lasciato sui social.
«1978, Serie B.
Ero in terza media e, come tutti i bravi ragazzi, passavo i pomeriggi a studiare. Studiavo talmente tanto quei “Guerin Sportivo” che li distrussi… Ogni foto, ogni piccolo particolare che riguardasse quel movimento che si stava diffondendo negli stadi italiani, veniva studiato, ritagliato e archiviato con cura. Un lavoraccio.
Un pomeriggio, come spesso accadeva, Giampaolo venne a trovarmi. Aveva con sé un rotolo di stoffa che aveva fatto cucire a bande rossonere e disse: “Ho il nome”. Io avevo un barattolo di smalto giallo e ci mettemmo subito al lavoro nel lungo corridoio di casa mia.
Dopo un paio d’ore nacque per noi quel piccolo capolavoro che si intravede in questa foto del buon Ciro Paolillo e che accompagnò la Nocerina in quasi tutte le gare casalinghe di quel campionato.
Una copia quasi conforme rimase per settimane stampata sul pavimento di casa, ma questa è un’altra storia che dovetti risolvere con mia nonna…».
Questo era l’amore per i colori rossoneri di Francesco Frank Fasciani.
Francesco Belsito