NOCERINA, la rivoluzione che non c’è











La sconfitta di Ugento, meritata e bruciante, ha generato un terremoto in casa rossonera. La squadra di Cavallaro si è presentata in Salento con un atteggiamento iper offensivo. Peccato che il film della gara racconti di un unico tiro in porta da parte della compagine rossonera. Nel corso della ripresa, cambi non indovinati hanno definitivamente spento i molossi che, oltre ai due gol, hanno visto il Matino cogliere due traverse, legittimando un successo senza possibilità di appello.
IL DOPO CAVALLARO Nella notte tra domenica e lunedì, il patron Giancarlo Natale ha preso la sua decisione: Giovanni Cavallaro non deve più essere l’allenatore della Nocerina. Nonostante il dì di festa, la dirigenza rossonera ha trascorso il 25 aprile alla ricerca di un sostituto per la panchina. Non si è trattato di una missione facile. A quattro giornate dalla fine del campionato, con la squadra ancorata alla griglia play off grazie a un solo punto, trovare un tecnico che avrebbe solo da perdere, non è agevole. Molti degli allenatori contattati avranno valutato il rischio di steccare un incontro e mancare l’aggancio alla griglia della post season, esponendosi a una pessima figura professionale e rischiando di minare il rapporto con la piazza prima ancora di iniziare a parlare del prossimo anno.
UNA DECISIONE FRETTOLOSA? In queste ore è palesemente emersa la mancanza di un direttore sportivo. Una figura di tale ruolo, forse, avrebbe potuto consigliare meglio la proprietà, evidenziando le difficoltà a individuare un allenatore disposto a mettersi in gioco – un po’ gratuitamente, a livello professionale – a fine stagione. In onestà, per tutto quello che ha dovuto subire nel corso di questa stagione, Cavallaro meritava di concludere questa annata alla giuda della Nocerina. Che la società avesse deciso di non puntare su di lui per il prossimo anno, era nell’aria. Radio marciapiede fa circolare da tempo alcuni nomi (un “tedesco” oggi a Malta e Giuseppe Sannino quelli più gettonati). Giancarlo Natale ha provato a corteggiare Sannino, chiedendogli di portare a termine questo campionato e cominciare a costruire il prossimo. Il tecnico di Ottaviano non se l’è sentita di accettare da subito, ma pare che sia rimasto aperto il discorso sulla prossima stagione (a patto di ottenere precise garanzie economiche e decisionali).
UNA SOLUZIONE QUASI INTERNA Benché mai ufficializzata, la figura di Agostino Spica gravitava intorno alla Nocerina da quando Natale, Scalzi e Grasso sono giunti a Nocera (un po’ come Ciro Raimondo). Irpino come Nunzio Grasso e Salvatore Napolitano, il neo tecnico rossonero è nato ad Avellino l’11 dicembre del 1960. Ha alle spalle una discreta carriera di calciatore: cresciuto nelle giovanili dell’Avellino (quando i lupi erano in A), ha vestito le maglie di Lecce (in B), Giarre, Nola, Turris (17 gol per lui nella stagione di C2 1986/1987), Altamura e Formia. Diventato allenatore, si è costruito un trascorso discreto nelle categorie inferiori del panorama irpino: ha vinto un campionato di Seconda Categoria col Castelfranci, uno di prima categoria con il Grotta e, in Promozione, ha guidato Real Forino, Virtus Avellino, Vis Montorese. Benché transitoria, la soluzione “quasi interna” ha scontentato tutti. L’entusiasmo per l’arrivo degli americani sembra essere durato quanto un intervallo del Super Bowl. Tocca alla nuova società dimostrare la serietà delle sue intenzioni: servono investimenti importarti per “tornare”. I mesi che seguiranno la fine del campionato saranno decisivi.
Francesco Belsito