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TRIPLICE FICHIO: la fame che non c’è e l’obiettivo salvezza

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La Nocerina stecca la seconda partita in casa lasciando il passo a un Lavello che non fa niente di particolare per ottenere i tre punti, se non disputare una gara normalissima. Nel calcio una sconfitta ci può stare, ma non nel modo in cui è arrivata ieri. A fine gara, i fischi e la contestazione del pubblico sono state più che giustificati. Si può perdere una partita, ma si deve lasciare il campo con la maglia sudata. La Nocerina di ieri ha prestato il fianco agli avversari senza controbattere quasi mai. La sconfitta apre un ciclo terribile nel quale la squadra di Sannino affronterà Casarano, Afragolese e Barletta fuori casa e Brindisi in casa. Serve immediatamente un cambio di mentalità.

IL PROTAGONISTA: La partita di ieri è stata talmente sconfortante che è difficile trovare un protagonista (anche perché, di solito, in questa tabella parla di un aspetto positivo della gara). Potrei citare il prato del San Francesco, che ha retto in maniera magistrale alle piogge degli ultimi giorni. Forse, però, il protagonista vero è stato l’atteggiamento della squadra. Una decina di giorni fa, al termine della gara di Martina, chiesi al mister se fosse più contento per la vittoria o più preoccupato per la prestazione della ripresa. Mi rispose che, avendo vinto, c’era poco altro da dire. Ieri, la Nocerina ha bissato, per tutta la gara, gli aspetti negativi della sfida del “Tursi”. Il pubblico rossonero ha assistito a una prestazione che si è commentata da sola. Sia chiaro, non sto puntando il dito contro nessuno, ma solo evidenziando un dato di fatto: si può e si deve far meglio di così, ripartendo – tutti – con tanta umiltà.

IL MOMENTO CHIAVE: I rossoneri giocano un solo minuto su novantacinque. La squadra è andata sotto per un’indecisione del portiere, probabilmente spiazzato dall’intervento di Scaringella. Stagkos ha avuto il demerito di non lanciarsi su un pallone che avrebbe potuto arpionare facilmente. Andata sotto, la squadra di Sannino ha continuato a prestare il fianco agli avversari. In tutto il primo tempo, i ragazzi in maglia rossonera sono stati in grado di centrare lo specchio della porta in due sole occasioni – a ridosso del recupero – con Mincica. Nella ripresa il tema della gara non è cambiato. In breve, qual è stato il momento chiave? Forse, il fischio iniziale: con la mentalità di ieri, Nocerina avrebbe perso contro chiunque.

DIETRO LA LAVAGNA: Il campionato è appena all’inizio, e sono bastate quattro giornate per evidenziare i limiti di una rosa che appariva da subito quantomeno incompleta. Nonostante il mister si sia sgolato nell’affermare che per lui non esistono over e under, gli infortuni di Giacomarro e Khaleel hanno costretto il direttore sportivo a tornare di corsa sul mercato. In estate, Nunzio Zavettieri, dribblando le domande sugli obiettivi stagionali, aveva parlato di squadra costruita per avere fame, mettere in mostra cattiveria agonistica e voglia di sudare la maglia. Contestualmente, abbiamo scoperto che il piano è triennale. Questo significa che l’obiettivo di quest’anno è la salvezza. Cosa ci sarebbe stato di male a dirlo chiaramente? Certo, gli slogan del presidente che contemplavano un “ritorno immediato” e le parole del direttore generale su una “Serie D che non conviene a nessuno”, sono andate a sbattere contro lo scoglio fatto da un campionato che necessita di investimenti importanti per allestire una rosa competitiva. Nessuno pretende nulla, e chi investe sulla Nocerina merita tutto l’appoggio della piazza. Ma, nelle due Nocera, “l’anello al naso” non ce l’ha nessuno. Il calcio qui si fa da oltre 100 anni e nessuno può venirci a dire che l’ha appena inventato. Tornando al campo, fortunatamente, i limiti di questa Nocerina stanno emergendo subito. Serve un cambiamento di rotta e, ribadisco, un bagno di umiltà (da parte di tutti: società, tecnici, stampa, tifosi e me stesso) e andare avanti. Si è trattato solo di una falsa partenza? Speriamo di sì. Per fortuna, c’è tutto il tempo per rimediare.

Francesco Belsito

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