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DA ZERO A DIECI: la diretta a tradimento e le vedove a stelle e strisce nella domenica del ritorno alla vittoria

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La Nocerina torna alla vittoria, grazie al goal di Romeo batte il Molfetta e risale la classifica al termine dell’ennesima settimana travagliata. La gara di ieri …da zero a dieci.

ZERO al gruppo di nocerini, ostili alla soluzione locale, messa in atto dal lavoro certosino del Sindaco Paolo De Maio. Non è bello vedere nocerini vs nocerini. Punti di vista differenti. Ancora oggi c’è chi sponsorizza il gruppo partenopeo, dopo l’annunciato dietrofront dello stesso. Evidentemente il “magnate” di turno era sinonimo di grosse abbuffate per qualcuno. SENZA RANCORE.

UNO l’ex collaboratore ombra, che nell’indifferenza della città, promette azioni di rappresaglia a destra e manca, nel caso in cui si faccia ancora il suo nome. Un cuor di leone da dimensioni bibliche, e una miopia ancor più grande, o semplicemente il non voler accettare la realtà, ovvero l’essere riposto nei bidone dei ricordi inutili.

DUE a chi ha fatto la diretta, mentre i calciatori rientravano negli spogliatoi, immortalando lo sfogo di Garofalo appena dopo il triplice fischio della difficile gara vinta contro il Molfetta. Solo chi non ha mai avuto il piacere di vivere la trance agonistica, non può capire che in quella fase si dicono cose che non si pensano, ma sono frutto dello stress accumulato durante il match. In questo caso, dopo tutte le peripezie che sta vivendo la società rossonera negli ultimi mesi, se non anni, l’accumulo di stress è ancora maggiore. Immortalare quelle parole non hanno fatto altro che del male alla Nocerina e non hanno niente di giornalismo. Ci sarebbe da chiedere perché fosse presente un giornalista in quel momento in quel posto, e ancor di più perché la pista di atletica del San Francesco, da anni, sembra il mercato delle pulci con tanta gente senza titolo a bordo campo.

TRE i punti conquistati con il cuore. Una prova gagliarda da veri molossi, quella sfoderata da Garofalo & C. Squadra ridotta all’osso, alcuni calciatori in precarie condizioni, tanti giovani, alcuni dei quali alla prima apparizione in una gara di serie D. Lottando fino all’ultimo centimetro in una gara importantissima in chiave salvezza, hanno portato la squadra fuori dalla zona calda. Con la speranza che tra poche ore ci sia la definitiva schiarita, quella ufficiale, per il passaggio di consegne.

QUATTRO i classe 2005 in panchina con mister Zavettieri. A far loro compagnia addirittura un 2006 Silvio Franco, a dimostrazione del difficile momento che vive l’organico rossonero. Per la cronaca, nella sfida al Molfetta, a disposizione del tecnico rossonero non c’era nessun over. Speriamo che in settimana si possa porre rimedio, vista anche la finestra “invernale” di mercato.

CINQUE mesi dopo il suo arrivo, Dario Giacomarro fa il suo esordio dal primo minuto con la maglia rossonera. Reduce da due infortuni che hanno compromesso la prima parte della stagione, viene schierato tra i titolari, quasi in maniera forzata. Ma la sua prova di generosità, carattere e tecnica lo porta a disputare l’intera gara. Forse neanche lui credeva in tutto ciò. Buona la prima, continua così, Dario, il tuo apporto sarà fondamentale per il prosieguo della stagione.

SEI gli under schierati dal primo minuto da mister Zavettieri. Così come la scorsa domenica a Santa Maria Capua Vetere. Il tecnico rossonero deve fare di necessità virtù, anche perché in organico, escludendo “l’esiliato” Magri e lo squalificato Di Marino, non c’è altro materiale che i ragazzi delle giovanili. Prova gagliarda dei giovani molossi.

SETTE a Samuele Romeo, classe ‘89 difensore. Capitalizza al massimo la prima vera occasione del match per la Nocerina siglando la sua prima rete stagionale in maglia rossonera. Il giocatore siciliano al di là del gol disputa forse la sua migliore partita stagionale. Sempre attento e quasi sempre vincente sulle palle aeree.

OTTO al giovanissimo Manuel Fusco al debutto in serie D. Prova di carattere per il giovanissimo centrocampista classe 2004, già dai primi minuti, dove senza timore fa sentire la sua presenza in campo, sia fisicamente che tecnicamente. Per niente intimorito dagli esperti avversari, il neo diciottenne rossonero mostra loro subito i denti, lottando su ogni pallone.

NOVE mesi dopo e poco più, volge al termine l’avventura a stelle e strisce. Anche se da qualche settimana c’è stato il dietrofront di Natale e Scalzi, solo tra qualche ora dovrebbe esserci il cambio di guardia, che probabilmente avrà modalità differenti dalla cessione completa delle quote. I due americani, al comando del sodalizio rossonero, hanno commesso diversi errori. Il principale è stato quello di affidare il club in mani sbagliate, sia per la mancanza di competenze, evidente più che mai, sia per aver verificato troppo poco il lavoro degli incaricati italiani. Non è semplice, anzi è quasi impossibile, gestire una società stando dall’altra parte del mondo. Aggiungiamo poi le gravi vicissitudini familiari del presidente Natale, che lo hanno trattenuto a giusta ragione a Boston e la frittata è servita. Pagano gli imprenditori americani, in tutti i sensi, per la cattiva gestione dei campani che a vario titolo hanno girovagato per questi mesi intorno al club rossonero.

DIECI alla generosissima prova, in campo, di Agostino Garofalo. Il trentottenne “capitano” rossonero lotta per oltre novanta minuti come un forsennato, al di là dell’anagrafe è il vero trascinatore della partita. Esce tra gli applausi scroscianti di buona parte dei presenti al San Francesco. Peccato per il post partita.

Francesco Cuomo

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