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NOCERINA ON THE ROAD: Santa Maria Capua Vetere, un’eredità del mondo antico

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La preziosa e sofferta vittoria casalinga contro il Fasano ha risollevato gli animi in casa Nocerina, già abbastanza scossa dall’addio dell’ormai ex proprietà italo-americana e da una classifica fino a qualche giorno fa davvero preoccupante. Una volta usciti dalla zona play-out, però, i rossoneri dovranno dare prova di continuità nello scontro salvezza di domenica a Santa Maria Capua Vetere, contro il Gladiator. La cornice protagonista di questa sfida è tra le poche città nel girone H in grado di offrirci un tuffo nel mondo classico, grazie a monumenti come l’Anfiteatro Campano e la Basilicata di Santa Maria Maggiore, uno dei tanti lasciti dello splendore dell’antica Capua.

LA STORIA. Santa Maria Capua Vetere è una cittadina di circa trentaduemila abitanti in provincia di Caserta, distante sessanta chilometri da Nocera Inferiore. Le origini della città sono antichissime, poiché sull’attuale territorio sorgeva l’antica Capua, uno dei punti nevralgici dell’Impero Romano, teatro della rivolta degli schiavi capeggiata da Spartaco e ribattezzata da Cicerone col nome di Altera Roma. Dopo secoli floridi sia dal punto di vista economico che culturale, Capua subì l’invasione dei Vandali e venne distrutta dai Saraceni nell’841. Il nuovo centro abitato sarebbe nato nell’XI secolo, grazie alla costruzione di un borgo nei pressi della Chiesa di Santa Maria Maggiore, il primo nome che verrà attribuito a questa comunità. Tuttavia, il paese acquisirà lo status di comune autonomo solo nel 1806, per poi cambiare nome nell’attuale Santa Maria Capua Vetere nel 1862, con lo scopo di rimarcare il legame storico-geografico con l’antica Capua.

I LUOGHI. Il monumento più importante e di maggiore interesse è senza dubbio l’Anfiteatro Campano o Capuano, secondo per dimensioni solo al Colosseo. Situato nel cuore della città, la struttura appare ben conservata, anche se in buona parte smantellata. Infatti, in epoca normanna i capuani utilizzarono le pietre dell’anfiteatro per costruire il Castello delle Pietre, oggi presente a Capua. Sorte simile subirono i busti ornamentali delle arcate del teatro, posti successivamente sulla facciata del Palazzo di Città di Capua. Tra le antichità romane è possibile ammirare l’Arco di Adriano e, soprattutto, il Mitreo. L’edificio è la testimonianza della diffusione del culto mitraico a Capua nel II secolo d.C., ad opera dei gladiatori di origini orientali. La struttura è sotterranea e trasuda una sensazione di mistero e fascino irripetibile, grazie alla perfetta conservazione dei posti a sedere per gli adepti che partecipavano ai riti, con l’altare dietro cui è rappresentata la Tauroctonia, l’uccisione del toro da parte della divinità Mitra. Originariamente, pare che tutta la camera fosse affrescata con dipinti che rappresentavano i riti di iniziazione dei fedeli, ormai quasi del tutto perduti. Infine, non meno importante è la Basilica di Santa Maria Maggiore. Il complesso fu fondato dal vescovo di Capua Simmaco, nel 432. Le numerose ricostruzioni avvenute nel corso dei secoli ha reso la basilica un edificio barocco a tutti gli effetti. In occasione del XVI centenario del Concilio Plenario Capuano, il 24 maggio 1992 papa Giovanni Paolo II tenne una funzione religiosa proprio a Santa Maria Maggiore, dopo aver fatto visita all’Arcidiocesi di Capua.

Domenico Pessolano

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