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NOCERINA ON THE ROAD: Venosa, la città di Orazio

La seconda sconfitta consecutiva rimediata contro il Martina impone alla Nocerina un cambio di rotta deciso e immediato. Tale svolta dovrà avvenire a partire dal delicato scontro di domenica, in cui i rossoneri andranno a far visita al Lavello, allo stadio “Michele Lorusso” di Venosa, che sarà teatro di un delicato match per entrambe le squadre. Gli uomini di Nunzio Zavettieri si giocheranno un’importante fetta della stagione in un territorio da una storia plurimillenaria, nella città che ha dato i natali a Orazio, oggi considerato tra i borghi più belli e suggestivi d’Italia.

LA STORIA. Venosa è un comune di circa diecimila abitanti, distante 165 chilometri da Nocera Inferiore. Fondata dalle popolazioni latine e in mano sannita per molti anni, questa cittadina venne conquistata dai Romani nel 291 a.C. e ribattezzata col nome di Venusia. Già a partire dalle guerre puniche, Venosa si rivelò un luogo strategico in cui riparare per i condottieri romani, data la sua posizione tra l’Apulia e la Lucania. Nel corso dei secoli, Venusia divenne uno snodo fondamentale della Via Appia e visse un notevole sviluppo economico. Con l’avvento del cristianesimo, la città fu uno dei primi luoghi d’insediamento per le comunità ebraiche, ma la costruzione della Via Traiana la tagliò fuori dalle principali vie di comunicazione e la condannò a un rapido declino. Nel medioevo, dopo essere stati sotto il dominio longobardo, saraceno e carolingio, nel 1133 la cittadina venne saccheggiata e conquistata dalle truppe normanne di Ruggero II d’Altavilla. Nel 1301, dopo essere stata sede del Tesoro del Regno e luogo di nascita di Manfredi, Venosa passò nelle mani di Carlo d’Angiò.

I LUOGHI. Tra i monumenti più rappresentativi di Venosa, sicuramente spicca il Complesso della Santissima Trinità, noto anche come la “Chiesa incompiuta”. Si tratta di un’abbazia costruita tra il V e il XII secolo, formata da una chiesa antica di origine paleocristiana (sorta sui resti di un tempio pagano dedicato al dio Imene) e dalla chiesa nuova di origine normanna, mai terminata a causa di un’improvvisa mancanza di fondi da parte dei Benedettini, che avevano sovvenzionato la costruzione dell’edificio. La chiesa vecchia, d’impostazione paleocristiana in tutte le sue componenti, è il luogo di sepoltura dei membri più illustri della famiglia degli Altavilla. Infatti, nella navata destra si trovano le tombe di Roberto il Guiscardo, Guglielmo Braccio di Ferro, Umfredo e di Drogone, i guerrieri provenienti dalla Normandia che diedero vita al regno normanno nell’Italia meridionale. Gli altri due importanti luoghi di culto della cittadina sono la Concattedrale di Sant’Andrea, edificata il 1470 e il 1502 e la Chiesa del Purgatorio, complesso in stile barocco che domina sul centro storico di Venosa. Nei pressi della grande area archeologica, invece, si possono visitare i resti dell’antico anfiteatro romano e le catacombe ebraiche, situate sulla collina della Maddalena e confinanti con quelle cristiane, segno di un rapporto più che pacifico tra gli ebrei e la comunità locale. Infine, è obbligatoria una tappa alla Casa di Orazio, corrispondente a un complesso termale risalente al II secolo. Venosa è, infatti, il luogo in cui Quinto Orazio Flacco ha vissuto la propria infanzia e adolescenza insieme a suo padre, un fattore liberto. Il poeta del carpe diem, delle Odi, delle Satire e delle Epodi è tra i maggiori interpreti della letteratura latina e, per questo motivo, vanto e orgoglio della popolazione di Venosa, consapevole e fiera delle immense ricchezze e dell’affascinante storia del proprio territorio.

Domenico Pessolano

Foto di Raffaele Mauro

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