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Maciniamo chilometri: Nardò, la città del toro

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Situata lungo la parte occidentale del tacco d’Italia, Nardò è una delle capitali del barocco salentino. Le frazioni che si affacciano sul mare ne fanno una delle mete turistiche più ambite durante l’estate. Una leggenda locale narra che la città sia stata fondata nel luogo in cui un toro (animale richiamato anche nel simbolo della società di calcio) fece sgorgare una sorgente d’acqua. In memoria di questo avvenimento, nel 1930 è stata realizzata una fontana che è divenuta uno dei simboli della cittadina.

STORIA Il territorio è stato frequentato fin dal paleolitico, ma è con la civiltà messapica che, intorno al VII secolo a.C., si sviluppa il primo insediamento urbano. Conosciuta come “Neretum”, divenne un importante centro durante l’epoca romana. Nel corso dei secoli, Nardò ha subito varie dominazioni, tra cui quella bizantina e normanna, che hanno lasciato tracce indelebili nel suo patrimonio culturale.

PIAZZA SALANDRA È il cuore della città. Sviluppatasi intorno al XIV secolo, conserva diversi edifici storici: il Sedile (un palazzotto a forma di parallelepipedo di epoca rinascimentale), il Palazzo della Pretura e la Torre dell’Orologio. Il centro della piazza è abbellito dalla Guglia dedicata all’Immacolata (vedi l’immagine di copertina di questo articolo) e la chiesa di San Trifone.

IL CENTRO STORICO Rifondata nel 1090 sulla base di edifici religiosi più antichi, la basilica cattedrale di Santa Maria Assunta è un gioiello architettonico che fonde il romanico e il barocco. È celebre per il patrimonio pittorico e il crocifisso in legno di cedro noto come “Cristo Nero”. Il Castello Acquaviva risale al XV secolo. Il centro storico è ricco di palazzi e chiese di particolare fascino, come San Domenico, Santa Chiara e Santa Maria della Purità.

Francesco Belsito

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