Maciniamo chilometri. Palma Campania, la città delle quadriglie











Situata a cavallo tra i comuni di Nola e Sarno, Palma Campania è nota per le testimonianze archeologiche di epoca preistorica e per le “quadriglie” che ne caratterizzano il carnevale.
STORIA Il territorio, già abitato durante la preistoria, ha rivestito un ruolo di grande importanza in epoca romana grazie alla sua posizione sulla via consolare che collegava Nola e Nuceria. I primi veri insediamenti nascono durante il medioevo e crebbero sotto il dominio di diverse famiglie nobiliari (gli Orsini, i Della Tolfa e i Caracciolo). In questi secoli, la città ha conosciuto un periodo di grande sviluppo economico e culturale. Sfortunatamente, anche raggiungendo la cima del Monte Sant’Angelo, i resti dello scenografico castello e delle antiche chiese medievali sono difficili da leggere nell’attuale tessuto urbano.
LA CULTURA DI PALMA CAMPANIA Nel 1972, durante uno scavo nella periferia del paese, su un terreno che non vedeva la luce del Sole da un po’, vennero alla luce strane strisce parallele. Non ci volle molto per comprendere che si trattava di solchi di aratura realizzati quasi 4000 anni fa. I reperti vascolari trovati nei pressi del campo coltivato furono datati all’antica età del bronzo dall’archeologa francese, ma napoletana di animo e adozione, Claude Albore Livadie. Il sito si è preservato perché fu sepolto da un’eruzione del Monte Somma (in un certo senso, il papà del Vesuvio) avvenuta tra 1800 e 1600 a.C. Questi ritrovamenti hanno permesso di definire la facies nota in letteratura come cultura di Palma Campania.
IL CARNEVALE Palma Campania è nota e apprezzata anche per il suo carnevale. Si svolge, come da tradizione, nei tre giorni che precedono la Quaresima. Chi si aspetta i carri, tuttavia, può rimanere deluso. L’elemento più caratterizzante della manifestazione sono le quadriglie (in copertina, nella foto di “Nunziata Tecnologie“). «Allegro plotone da festa che non ha nulla in comune con l’omonima danza di società a coppie contrapposte», le definisce in Tutta colpa della Quadriglia Pasquale Iorio. «Più di duecento persone vestite a tema e un simpatico maestro che dà il tempo ad ottoni e strumenti popolari […] insieme eseguono – disposte in circolo – un canzoniere di brani noti resi opportunamente “quadrigliabili”, eseguito senza stacchi in diverse postazioni storiche». La manifestazione culmina, il “martedì grasso”, con una grande sfida. A partire dalle 7 della sera, i partecipanti sfilano nel centro storico senza indossare costumi, ma soltanto coccarde e cappellini del colore del gruppo di appartenenza. Ogni anno, questa festa richiama centinaia di turisti.