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PIANETA TIFO: la Nocerina del “presidentissimo”

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Ci sono persone che nel corso della propria esistenza hanno avuto la forza, attraverso le loro gesta che oggi regalano emozioni al solo ricordo, di legare il proprio nome alla storia. Quella che ci apprestiamo a raccontare è la storia di Antonio Orsini, “il presidentissimo”.

La riviviamo tramite i ricordi di Gaetano, il figlio, dalla presenza imponente e dal forte entusiasmo nel raccontare il periodo della storia molossa che ha visto il papà impegnato come presidente della Nocerina: “mio padre si avvicinò alla Nocerina nei primi anni 70, si giocava a Scafati in quel periodo, perchè si stava lavorando alla costruzione dell’attuale San Francesco. Inutile negare che la forza sua imprenditoriale rese possibile l’avvicinamento in quel periodo ma ciò che mi preme sottolineare è l’impronta che mio padre seppe dare  all’organizzazione societaria, che ci ha consentito di fare calcio per tantissimo tempo. Il calcio è un mondo particolare – continua Gaetano – in cui oltre alla forza economica sono necessarie le conoscenze, le competenze e un’abilità nel saper scovare giovani talenti. Faccio un nome su tutti quello di Stanislao Bozzi, che grazia alla lungimiranza di mio padre arrivò alla Nocerina, si affermò a suon di goal contribuendo ai successi dei molossi, e venne rivenduto ad una cifra davvero importante per quell’epoca”.

GLI INIZI. Nella stagione 74/75 Antonio Orsini divenne presidente della Nocerina, la voglia di regalare qualcosa di davvero importante a un città che lo aveva adottato era davvero forte. Don Antonio vi dedicava moltissimo del suo tempo quasi trascurando alcune volte gli impegni lavorativi. La voglia di fare bene e di provare a vincere, attraverso, la forza dell’organizzazione era un tentativo a cui non seppe sottrarsi.

LA SECONDA SERIE B. Di li a poco, nel 1978, il sogno si avvera e che sogno … la Nocerina per la seconda volta nella sua storia viene promossa in serie B e … “non so se rendo l’idea” per dirla alla Don Antonio.

Quasi con le lacrime agli occhi, Gaetano, sintomo di un passato che è ancora presente, ci ricorda quell’ anno culminato nella vittoria di Catanzaro: “Stavamo per affrontare la squadra più forte dell’intero campionato. L’arrivo a Catanzaro lo tengo ben impresso nella mente, un marea di tifosi rossoazzurri circondavano il pulman della Nocerina, quasi facendolo ondeggiare e papà che incoraggiava tutti, autista compreso, a non temere e di continuare a “navigare” verso il tanto agognato traguardo. Sugli spalti, ero in tribuna, tutti ci davano per spacciati un volta andati in svantaggio, ma improvvisamente il valore della Nocerina, venne fuori, del resto per come era stato per tutto il campionato. Non posso dimenticare la grinta e la motivazione di gente come Spada e Pigozzi, la bravura di Chiancone e Garlini, l’estro di Bozzi… erano dei veri molossi incarnavano lo spirito guerriero di una tifoseria mai doma”. Come è andata a finire lo sappiamo tutti, la serie B, il sogno che si avverà.

Per la città e per la squadra rossonera, cambia tutto. La serie cadetta è un mondo nuovo, la Nocerina è entrata nella storia, è tra le prime 36 squadre professionistiche del panorama calcistico nazionale, nuovi lidi e nuovi orizzonti da conquistare: “fu un anno particolare, papà, grazie al suo spirito organizzativo, seppe guadagnarsi la fiducia delle più grandi società italiane che alla Nocerina conferivano attestati di stima anche fuori dal campo. Ricordo in quel anno un’intervista fatta a mio padre da Bruno Pizzul in cui dichiarò che si poteva retrocede se fosse stato utile salvare il bilancio, tutto ovviamente per garantire continuità al progetto rossonero”. 

IL RITORNO IN C1. La partecipazione della Nocerina al campionato cadetto durò solo una stagione, negli anni successivi la voglia di rivalsa fu davvero forte: “Vennero allestite nelle stagioni successive alla B squadre davvero fortissime. Ricordo Maddè un professionista serio, 34 anni, giocò tutte le partite, mi è rimasta impressa la sua richiesta di ricevere una spilletta ufficiale della Nocerina da mettere sul bavero della giacca, come segno tangibile di attaccamento e di grande professionalità. Nonostante le ottime premesse però la Nocerina negli anni successivi non riuscì mai più a raggiungere di nuovo quel tanto agognato traguardo”.

LA GRANDE DELUSIONE. Giungiamo alla stagione 1981/1982, quella della grande delusione del “presidentissimo” secondo Gaetano: “Non posso dimenticare gli sforzi fatti anche quell’anno per allestire una squadra davvero importante, Sassarini, Magnini e Bocchinu su tutti. Fummo derubati della serie B in modo ingiusto. Pensate che papà era talmente certo del ritorno in B che, a due giornate dalle fine, iniziò già a progettare l’annata successiva in cadetteria contattando l’allora direttore sportivo del Benevento, Fedele, per affidargli il delicato compito di allestire una squadra in grado di salvarsi in B senza problemi e rimanervi per lungo tempo. Ricordo ancora una frase di papà quasi a sintetizzare quanto era accaduto: “il calcio non è una scienza esatta!!!” … aveva ragione … come sempre del resto. La stagione successiva fu il frutto molto probabilmente di una delusione che scottava ancora e si concluse con la retrocessione in serie C2”. 

LA NOCERINA DI CARAMANNO. La voglia di rivalsa, quasi come qualcosa di personale, spinse nuovamente Antonio Orsini ad investire e continuare a dare seguito a quel progetto a tinte rossonere che tante gioie e qualche amarezza aveva saputo regalare. La voglia di non abbandonare una tifoseria che ormai aveva assaporato il calcio vero costò anche al “presidentissimo” la stima e il rispetto di una piazza che fa delle sorti della propria compagine argomento principale di discussione e a cui lega il proprio umore settimanale. Il carisma e la schiettezza sono doti che hanno contraddistinto una figura indimenticabile come quella di Orsini abile nel sapersi accattivare le simpatie dei supporters rossoneri:“Era un rapporto di stima e di affetto reciproco quello che ha legato a doppio filo mio padre con il pubblico molosso, si sentiva uno di loro e come tale non poteva tradirli, cosi che anche per affrontare il campionato di C2 fu allestita l’ennesima corazzata. Gli inizi non furono esaltanti, quasi tra l’imbarazzo generale, la Nocerina non partì con il piede giusto, varie sconfitte si susseguirono fino a quando mio padre ebbe l’ennesima intuizione e decise di esonerare il tecnico Lo Iacono e affidare la panchina all’emergente Caramanno. La Nocerina iniziò subito a decollare insieme ai risultati arrivò anche del bel calcio, i molossi guidati dal tecnico ex Frattese chiusero al 2 posto guadagnandosi di diritto l’accesso in C1”.

Di ricordi e cose da raccontare ce ne sarebbero ancora tantissime, non basterebbe una semplice chiacchierata davanti a un buon caffè per ricordare l’impegno e la passione di “Don Antonio” entrato di diritto tra i principali protagonisti della storia rossonera.

Salvatore Battipaglia, ForzaNocerina.it

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