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NOCERINA ON THE ROAD: Pozzuoli, tra storia, natura e misteri

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La rocambolesca sconfitta arrivata in extremis contro il Team Altamura ha rigettato la Nocerina nel pieno vortice delle critiche, che giungono da una tifoseria ormai spazientita e già ampiamente delusa. Di fatto, la squadra rossonera è obbligata a ritrovare il successo già da domenica, quando affronterà la Puteolana ultima in classifica, allo stadio “Domenico Conte”. Per un derby campano non può esserci cornice migliore di quella di Pozzuoli, città affascinante, dalla storia plurimillenaria a e piena di misteri, attraversata dal mito e dalla mai doma natura della Solfatara.

LA STORIA. Pozzuoli è un comune di circa ottantamila abitanti, nell’area metropolitana di Napoli e a 64 chilometri da Nocera Inferiore. Il primo insediamento in questo territorio risalirebbe al 531 a.C., anno in cui alcuni profughi di Samo avrebbero fondato Dicearchia, traducibile con “la città del giusto governo”. Sotto l’influenza di Cuma, Dicearchia difende a lungo l’identità ellenistica contro le incursioni degli Etruschi e dei Sanniti. Questi ultimi occupano la città nel 421 a.C., dandole il nome di Fistelia e favorendo lo sviluppo commerciale. Occupata dai Romani nel 338 a.C., Pozzuoli viene ribattezzata con Puteoli, nome che deriverebbe dalla presenza delle fumarole e dall’odore di uova marce che venivano sprigionate da aree come la Solfatara. Roma ha il merito e la lungimiranza di vedere in Puteoli un luogo geograficamente strategico grazie al porto, che diventa uno dei punti nevralgici dell’Impero. A causa della riqualificazione del porto di Ostia ad opera degli imperatori Claudio e Nerone, Puteoli vive un periodo di inesorabile declino, in cui perde la propria leadership commerciale anche in Campania. Il fenomeno del bradisismo, inoltre, provoca lo sprofondamento di buona parte del litorale puteolano, costringendo la popolazione a riparare nell’entroterra, dove sorgeva l’antica necropoli di Dicearchia.

I LUOGHI. Il monumento principale di Pozzuoli è l’Anfiteatro Flavio, a pochi passi dalla fermata della Linea 2 della metropolitana di Napoli. Stiamo parlando di uno dei più grandi anfiteatri d’Europa, probabilmente edificato durante l’epoca di Nerone. Ad oggi è possibile visitare il complesso per intero, compresi i sotterranei, dove sono ancora visibili le gabbie da cui venivano liberate le belve feroci, che nell’arena sbranavano i condannati a morte. Nel 305 d.C., questo supplizio venne riservato ai martiri Sosso, Festo, Gennaro e Desiderio. Oltre questa imponente costruzione, Pozzuoli poteva vantare la presenza di un anfiteatro più piccolo, risalente ai secoli precedenti. Tra gli altri siti archeologici, troviamo lo Stadio di Antonino, costruito sotto l’imperatore Antonino Pio e aperto al pubblico dal 2008. Infine, non si può non menzionare la maestosità e la grandezza della necropoli, insieme al Macellum, il monumento più caratteristico dell’intera regione flegrea. Infatti, questo luogo simboleggiava l’indice metrico per misurare il fenomeno del bradisismo, oltre ad essere il mercato pubblico della città. Il rinvenimento di una statua della dea Serapide fa pensare che il Macellum fosse dedicato proprio alla divinità egizia. La storia plurimillenaria di Pozzuoli si incrocia col mito grazie al Lago d’Averno, la porta dell’Ade, degli inferi. L’unicità del lago viene dalla sua origine vulcanica e dal colore scuro delle acque dovuto al fondo di un vecchio cratere. In riva al lago, si trova una fonte termale che era considerata come acqua del fiume Stige, per via delle esalazioni che rendevano l’aria irrespirabile. Il tipico odore di uova marce caratterizza la Solfatara di Pozzuoli, uno dei quaranta vulcani che costituiscono i Campi Flegrei. Si tratta di un antico cratere vulcanico ancora attivo, ma in stato di quiescenza, che conserva un’attività di fumarole di anidride solforosa, getti di fango bollente ed elevata temperatura del suolo. A pochi passi da Pozzuoli, è doveroso soffermarsi sul parco sommerso di Baia, l’antica Baiae che è anche definita la “Pompei sommersa”. Situata nel comune di Bacoli, la città è l’esempio che conferma quanto il bradisismo abbia interessato questo territorio, un museo a cielo aperto ricco di tesori che continua sott’acqua, fino a creare un affascinante alone di mistero che pochi luoghi in Italia e in Europa possono vantare.

Domenico Pessolano

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