DA ZERO A DIECI: troppo Magri e poco affamati per essere veri, contestazione da applausi











La Nocerina sprofonda per uno a tre tra le mura amiche contro il Matera degli ex Donida, Figliomeni, Bottalico e Bolzan. Al passivo pesante si aggiunge la durissima contestazione dei tifosi e un atteggiamento decisamente censurabile da parte di qualche calciatore. La domenica nera dei rossoneri… da ZERO a DIECI
ZERO a Kevin Magri. All’ottantunesimo minuto viene sostituito da Valentini, nell’insperato tentativo di raddrizzare il match. Il difensore rossonero, al termine di un prova insulsa, non ci sta, per proteste raggiunge direttamente gli spogliatoi, beccandosi una sonora dose di fischi accompagnati da frasi di circostanza e da lì inizia lo show. Prima in segno di sfida verso chi lo contesta si sfila la maglia, poi da sfogo a tutta la sua esuberanza in uno spogliatoio vuoto, creando anche qualche danno alle strutture che gli capitavano a tiro. Un comportamento a dir poco maldestro che ha avuto ed avrà conseguenze. Nella scorsa stagione per molto meno, fu messo alla porta Fabio Mazzeo; troppo grande fu l’assist del fantasista rossonero, per “tentar” di alleggerire il monte ingaggi. Si attendono seri provvedimenti.
UNO il gettone delle cento presenze in rossonero di Agostino Garofalo, arrivato in una sciagurata giornata. La pessima partita disputata da tutta la compagine rossonera ha inevitabilmente travolto anche il capitano. Frustrazione manifestata con l’inutile spinta ai danni di un giovanissimo calciatore ospite a gioco fermo. Per fortuna l’arbitro consapevole del personale traguardo raggiunto dal capitano rossonero, in segno di gratitudine gli mostra solo il giallo. Ma la giornataccia è solo all’inizio. Al rientro negli spogliatoi l’amara sorpresa lasciata dal compagno di reparto e le conseguenti polemiche scaturite, che da “veterano” del gruppo ha cerato subito di disinnescare. Poi poco prima di andar via, come ciliegina sulla torta, arriva un fortuito incidente stradale di un congiunto, che per fortuna è riuscito a cavarsela discretamente bene. Agostino la “grattatio pallorum” è decisamente autorizzata.
DUE alla confusione tecnica palesata anche contro il Matera, con cambio di modulo e posizionamento di calciatori fuori ruolo. Uno stato che la dice lunga sulla situazione attuale della Nocerina, che sembra andare in campo senza convinzione, cattiveria e fame. A discapito di quanto sostenuto al termine della gara a voce grossa nei confronti dei tifosi inviperiti, tutto questo lavoro, così tanto decantato, sembra non produrre effetti. È palese una regressione tecnica e/o semplicemente la dimostrazione della scarsa rosa costruita a luglio. In una calda conferenza stampa estiva, fu dichiarato che i reali valori li avremmo visti verso la decima giornata. Eccovi serviti, non avete più alibi, non vi resta che raggiungere la flotta dei dimissionari. Il progetto tecnico è fallito, mettendo le basi ad altri e più importanti fallimenti.
TRE i gol rifilati dal Matera alla malcapitata Nocerina. Non c’è stata miglior vendetta per Riccardo Bolzan. Andato via poco prima del cambio societario, non ha mai goduto degli apprezzamenti dei tanti “esperti” dirigenti rossoneri attuali. E tac…arriva in maniera netta e puntuale la siringa, mai come questa volta non indolore.
QUATTRO le giornate di astinenza da vittoria per la squadra creata e ora allenata da Zavettieri. Il successo contro il Brindisi ed il fortunoso pareggio di Barletta avevano un po’ fatto fantasticare il popolo rossonero, che nel giro di poche settimane si è ritrovato spaventosamente con i piedi per terra e con una visione più limpida della realtà. Un campionato che si prospetta più difficile del previsto, che oltre al ridimensionamento delle aspettative deve scontrarsi con la dura realtà del campo, che vede la squadra rossonera in lotta per la permanenza in serie D. Bisogna subito invertire la marcia, per non sprofondare.
CINQUE ma decisamente molto meno a chi non ha rinnovato il contratto di Nicolò Donida. Il forte difensore, non ha lasciato Nocera per accasarsi al Real Madrid e chi lo ha sostituito non è venuto in questa piazza per “un piatto di minestrone”. La dimostrazione che la cecità e la spocchia di certi personaggi hanno determinato lo stato attuale, prendendo in giro sia piazza che la proprietà, con scelte insensate sia sul piano tecnico che economico. Ma come dice il vecchio saggio: “dove c’è piacenza…”
SEI il numero di maglia di Danilo Ambro. Un giocatore tutto da scoprire. Arrivato a Nocera con l’entusiasmante e trionfalistico annuncio ufficiale di circostanza, non ha ancora dimostrato quello che dovrebbe essere il suo valore. Fuori a qualche bar nocerino era stato dipinto, dal prezzolato di turno, come l’erede naturale di Pirlo. D’altronde sbagliare una vocale non è mica così grave.
SETTE reti subite nelle ultime tre gare, che hanno prodotto due sconfitte casalinghe ed un punto in trasferta a Pozzuoli. In questa negativa performance c’è anche la lucidità alterna del portierone rossonero. Stagkos molto spesso ha tolto le castagne dal fuoco per la compagine rossonera, ma nelle ultime gare anche lui ogni tanto si è fatto prendere dall’appannamento generalizzato.
OTTO sono i famosi calciatori che, riprendendo le parole di Garofalo, remerebbero dalla stessa parte a dispetto di altri tre che andrebbero per conto proprio. Il concetto espresso dal capitano, che non necessariamente risponde alle percentuali riportate, fa capire che all’interno dello spogliatoio c’è più di una “mela marcia” da isolare e spedire il più lontano possibile.
NOVE è il numero di maglia di Scaringella. Il centravanti, presentato con parole altisonanti per aver contribuito alla vittoria del campionato del Giugliano (sette gol in 29 presenze), doveva essere più “affamato” del Longo di turno. Le prime giornate hanno dimostrato che il buon Michele è tutto tranne che un bomber di razza; in alcune circostanze da quasi la sensazione di avere paura di tentare la giocata risolutiva.
DIECI alla protesta civile della Curva Sud inscenata a termine della gara contro il Matera. Una scelta saggia che ha fatto capire a chiare lettere il dissenso della piazza contro la gestione tecnica e quella societaria, anche se in questo caso nessun rappresentante della proprietà era presente. La corda si è spezzata. Nunzio Grasso e gli amici catapultati nella dirigenza, nel giro di nove mesi sono riusciti nell’impresa di passare dalla gioia e dal ritrovato entusiasmo ai fischi e agli spettri più orrendi per la piazza rossonera. Un’operazione chirurgica di spessore notevole. Quando la competenza “paga”.
Francesco Cuomo