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IL PERSONAGGIO DELLA SETTIMANA: Francesco Citarella, nocerino purosangue

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Domenica contro l’Ardea è arrivato il primo gol in rossonero del nocerino purosangue Francesco Citarella. Scopriamo qualcosa in più sulla vita calcistica e non.

CHI È FRANCESCO?

Citarella nasce il 17/08/2003 a Salerno. Francesco ha frequentato il Liceo Scientifico “N. Sensale” di Nocera Inferiore, terminando, però, gli studi lontano da casa, a causa della chiamata del Sassuolo. Ascolta qualsiasi tipo di genere musicale, non prediligendo nulla in particolare e non ama guardare film. In sintesi, un ragazzo molto semplice e tranquillo.

LA PASSIONE PER IL CALCIO E PER LA NOCERINA.

Francesco era molto legato al nonno, al punto da seguire l’Inter solo per essere con lui ed è da lì che nacque in lui la passione per questo meraviglioso sport. Negli anni, poi, in cui il padre fu presidente della Nocerina frequentò spesso lo stadio “S. Francesco”. Infatti i primi ricordi legati al mondo rossonero sono quelli della vittoria del campionato di Lega Pro e della conseguente promozione in B, nonostante la tenera età furono emozioni forti, difficili da dimenticare.

GLI IDOLI.

Citarella “nasce” mezzala, ma la sua bravura gli permette di ricoprire tutti i ruoli del centrocampo e a Nocera lo stiamo vedendo addirittura in veste d’esterno. Da buon centrocampista non può che ispirarsi alla classe, all’eleganza e alla tranquillità di Andrea Pirlo, nonché all’esplosività ed alla fisicità di Paul Pogba.

GLI ANNI LONTANO DA CASA.

Sei mesi nell’under 17 del Benevento, squadra di cui è stato capitano, bastarono per esser notato dagli scout del Sassuolo, opportunità importante, difficile da rifiutare. Non ancora maggiorenne, quindi, si trasferì a Sassuolo, dove grazie all’amore della famiglia, sempre molto presente, e della sua fidanzata riuscì a trovare serenità e ad ambientarsi al meglio. Dopo due anni trascorsi in neroverde, fra under 18 e primavera1, arrivò, poi, da Taranto la prima chiamata fra i professionisti. In Puglia Francesco ha collezionato dodici presenze.

IL RITORNO A CASA.

L’anno successivo è avvenuto quello per cui si lavora sodo: la chiamata della squadra del cuore, nonché della propria città. Emozione indescrivibile, un sogno che si avvera, impossibile rifiutare un’occasione del genere.

Una commozione ancora più grande quella di segnare il primo gol in casa, davanti alla propria gente, e ai propri genitori. Forte, infatti, anche l’emozione del padre, visibilmente commosso.

Il primo pensiero, però, va lassù, al nonno, che gli ha trasmesso la passione per questo sport ed, insieme a papà Giovanni, l’amore per questi colori.

In bocca al lupo Francesco.

Francesco Pio Buffardi

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