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Merino, un goal per ricominciare a crederci

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Chi pensa che la strada sia in discesa apra gli occhi e fissi il pensiero su un unico concetto: le difficoltà sono appena iniziate. Il gol di Merino ha cambiato l’aria nelle stanze chiuse e prive di luce degli animi sconfortati in preda ad una piena crisi da retrocessione. Quando il pareggio stava facendo chinare il capo all’ennesima occasione di riscatto sciupata, un’invenzione, o meglio un colpo guidato da una condensata dose di follia , ha trasformato la depressione in un’euforica esplosione di gioia. Merino ha dichiarato di aver pregato Dio prima di calciare il pallone della vittoria, ma nel fatalismo, a cui ognuno può aggrapparsi nei modi che conosce, non si trovano tutte le risposte per uscire dalla crisi. La vittoria con il Gubbio innanzitutto è figlia di un ripensamento tattico e gestionale iniziato nel derby con la Juve Stabia. E’ proprio nella sfida del “Menti” che sono stati covati i germi del cambiamento. Auteri ha proposto una Nocerina allo stato embrionale, un nuovo esperimento per un futuro diverso. La prima uscita del 4-2-3-1 ha avuto un significato culturale prima che tattico, come l’intromissione del rock ‘n’ roll sulla scena musicale mondiale: un vero è proprio stravolgimento in ciò che si dava per scontato, una decisa sterzata psicologica. Serviva un cambiamento e Auteri ha dimostrato – con un pizzico di ritardo –  la maturità di abbandonare il suo credo calcistico in nome del riscatto della Nocerina. Il tecnico rossonero ha costruito l’impalcatura, Merino con il suo gol ha dato la svolta caratteriale a tutto l’ambiente. Serviva una prova di forza per dare un senso concreto ai fiumi di parole inneggianti alla salvezza. Come nella scorsa stagione al “Flaminio”, la vittoria ha innestato foga e orgoglio nella squadra, ha caricato di consapevolezza i mezzi e le doti a disposizione, ha imposto la sicurezza nella mentalità dei giocatori.  Adesso la salvezza non è un miracolo, ma è qualcosa che si può ancora toccare con mano. Abbassato il volume delle sirene festanti, si capisce la difficoltà dell’impresa. Ora la Nocerina ha i mezzi per raggiungere l’obiettivo, bisogna solo saperli utilizzare. Occorre fare fronte comune e raggrupparsi attorno alla nuova carica che avvolge la squadra, aggrapparsi alle certezze che lentamente si stanno sedimentando nella mentalità e nel gioco. Non si può fallire questa seconda occasione. Il cammino è tortuoso, quasi impensabile,  ma è ancora alla portata della Nocerina. Il gol di Merino è arrivato nell’anniversario della scomparsa di Enzo Salzano. In molti, quasi tutti, ci hanno visto il suo intervento nella traiettoria di quel pallone fuori controllo che si è depositato in rete. Per un giorno, per i mesi alla fine del campionato, per gli anni che verranno, ci piacerà pensare così. Ma questo gol, questo aiuto, servono per ricordare alla Nocerina e ai nocerini quanto sia delicata e fragile una seconda occasione. Per non sciuparla basterà non commettere gli stessi errori fatti in passato: tutto qui. E’ la vita, ed il solo credere in qualcosa di possibile ci fa sentire vivi. Non ce ne rendiamo conto da mortali; forse Enzo da lassù ha voluto darci una mano nel capirlo.


Luigi Caputo, ForzaNocerina.it (foto ©2012 di GiusFa Villani)

 

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