NOCERINA: pensieri in libertà…










Ieri mattina, volevamo tutti ed eravamo tutti massicci e incazzati. Da ieri sera, purtroppo, siamo solo incazzati. E sconfinatamente delusi dal risultato del campo.
Chi è causa del proprio mal pianga se stesso, recita un vecchio, assennato proverbio: il veleno è sempre nella coda, la mancata finale play off induce quindi, inevitabilmente, a considerazioni, commenti e resoconti stagionali negativi, sicchè in primis, anziché maledire Carrara, Gubbio, Catanzaro in casa, oltre Latina si maledice Sorrento. Al tirar delle somme, trattasi di pensiero giusto e condivisibile.
Atroce e imprevedibile come la più sovietica delle roulette, la Nocerina perde al Francioni la possibilità di perseguire il sogno, di giocarsi l’agognata finale per l’approdo in B col Pisa, partendo peraltro da una posizione di vantaggio. Proprio quel vantaggio buttato via a Sorrento nell’ultima di campionato che, alla fin fine, risulta essere il principe dei rammarichi rossoneri. Proprio quel vantaggio sfumato ieri a 20 minuti dalla fine, nella maniera più beffarda, inconcepibile.
Un migliaio di cuori in terra laziale e decine di migliaia incollati alle radioline (all’insegna della truce bestemmia) non ne hanno potuto, non sono bastati. In gare del genere, a fare la differenza sono gli episodi e se ti condannano quelli hai ben poco cui appellarti.
La casualità, imponderabile, è stata sovrana nella gara che ha stroncato sogni e speranze stagionali dei rossoneri. Sul terreno di gioco, una condotta di gara tendenzialmente razionale, in taluni frangenti sfortunata (il palo a favore), nel momento topico invece scellerata (il gol), direttamente proporzionale a quella messa in atto dalle istituzioni che hanno privato i famelici sostenitori di una più che logica diretta tv.
La febbrile tensione, in tutto il suo composto scoramento, è straripata dopo l’infame rete subita, coi calciatori molossi incapaci di produrre un solo pericolo all’indirizzo della porta avversa quando ce ne sarebbe stato più bisogno. Una squadra di codesta caratura dovrebbe riuscire ad anteporre le energie nervose alle emozioni, all’occorrenza, anche se con pochi cambi concretamente utili, frutto di opinabili arrivi “riparatori”. E quest’è.
La delusione (umana, comprensibile, inclusa quella dello scrivente), ancora oggi, non conosce confini, somiglia un po’ al sorriso della Ruta di ciottiana memoria. Non si è ancora individuato il giusto lenitivo. Si accettano consigli, purchè sinceri, compassionevoli, spassionati.
Sembra inutile e irriguardoso individuare il colpevole, un capro espiatorio a tutti i costi, pertanto “contesto pure chi contesta” sparando nel mucchio, ma che senz’altro avrebbe affermato quale gran talento fosse il Margheritoni, lanciandosi di soppiatto sul metaforico carro del vincitore, qualora se ne fosse verificata ancora una volta la possibilità.
Non mi sento, quindi, a titolo personale, di crocifiggere nessuno nello specifico. Manco Alfonso De Lucia, palesemente, assurdamente colpevole sul gol decisivo ma in precedenza positivamente risolutivo. Lecito ipotizzare che starà già abbastanza male di suo. Senza l’errore su quell’insulso tiro che tanto è costato, si starebbe parlando dell’acquisita finale, del temperamento di Sempronio, delle eroiche galoppate di Pinco Pallo. La squadra ha sofferto poco, giocando in maniera a tratti autorevole. Non è bastato. Vien da sé che in questa (a sto punto) disgraziata stagione la Nocerina, già partita ad handicap, non ha avuto affatto quel pizzico di buona sorte che nei momenti giusti caratterizzano le squadre vincenti. Basti pensare, facile facile, a 2 campionati fa.
La giornata, insomma, iniziata bene per effetto del consueto, massiccio, colorato, speranzoso esodo dei tifosi (con “sinistre” aggregazioni pure da Avetrana), è proseguita male grazie al Signor Prefetto di Latina e alla simil diretta radiofonica (un minuto di cronaca in mezz’ora di partita, parlando pure di cricket e intervallato da canzoni datate 1492 sono state un autentico toccasana per chi è rimasto a casa…), ahi noi, finendo pure peggio.
Morale: non è proprio “arte” per la Nocerina giocarsi e vincere gli spareggi promozione (serie D a parte). Sovente, i risultati sono frutto del fatal destino, fatto sta che errori presenti e passati hanno relegato i molossi ancora in terza serie. Occorre, a tal punto, farsene una ragione, essere lungimiranti. Parliamo pur sempre di un’eccelsa Prima Divisione, non di serie D.
Con buona pace, perché no, pure dei non pochi detrattori, vicini e lontani. Appellandomi all’arcaico campanilismo, definirei financo comprensibile chi gode delle “piccole” disgrazie altrui, quantunque un bruciante rovescio della medaglia potrebbe pure indurre a considerare l’ipotetico “costui” in questione un misero mentecatto (salvando, ovviamente, la grazia della categoria) che a nulla può ambire in casa propria e non trova di meglio che “tirare i piedi al presunto avversario”. E credetemi se Vi dico che il discorso è mooooolto ad ampio spettro. Contenti loro…
Pur con tutte le critiche che, più o meno legittimamente, si potrebbero rivolgere a colpevoli presunti o potenziali, fa tuttavia specie leggere e sentire in giro commenti assolutamente beceri, in primis sulla società. Ora, premettendo che qui siamo pro Nocerina e basta (non pro Citarella, né pro Auteri o pro Evacuo), ci si limita ad analizzare e commentare i fatti, e i fatti riassumono quanto segue. Tutti quelli che augurano una brutta fine calcistica all’attuale presidente si sono fatti bene i conti? Hanno capito che il livello di squadra, la sicurezza economica che c’è ora è oro rispetto al passato e al trapassato? Gli annali, del resto, parlano chiaro: da nocerino a nocerini, quanti tornei di serie B è stata capace di fare la Nocerina in 103 anni di storia? Quanti campionati di alto livello, specie in terza serie? Forse qualcuno inneggia confidando nel sopraggiungere di Maramaldo, Cala o dell’affarista di turno? I nomi di teoriche alternative che si sentono svolazzare personalmente mi fanno a dir poco scompisciare, volendo essere signorile. Basterebbe ragionare, dati alla mano. Chi la pensa diversamente è del tutto libero di farlo (sottovoce?).
Nei giorni scorsi, peraltro, non sono granchè “definibili” quei pochi che hanno reiteratamente continuato a proporre cavolate, ipotizzando (più o meno ironicamente) invasioni barbariche del Pontino, magari allungandosi sino alla breccia di Porta Pia per una gita di piacere! Andare senza biglietto era un rischio elevato e lo si sapeva, non per ipotetiche colluttazioni ma per la concreta possibilità di incorrere in inique sanzioni biennali (manco fossimo a Venezia), qualora rinvenuti a pascolare in prossimità delle lande laziali non in possesso del biglietto d’ingresso. Evenienza saggiamente non verificatasi. Troppo lassismo, comunque, nel non considerare le conseguenze da parte di qualche istigatore, esagerato pressapochismo nel minimizzare i pericoli. Niente da fare, a lavare la testa all’asino…
D’altro canto, e non da oggi, i tempi sarebbero ormai maturi per univocizzare la rotta in maniera drastica, assoluta, nel collettivo interesse, unico comune denominatore che è il bene della Nocerina. L’avranno capito tutti?
Il presidente del Genoa, di recente, parlando della sua inoculata gestione stagionale, ha affermato:”Produco giocattoli, mi piace romperli”. E se ne vanta pure! Ora, speriamo che non si sfaldi il nostro giocattolo e che esso goda sempre ottima, pur centenaria, salute. Ripartiamo, più forti di prima? Urgono rassicurazioni in tal senso.
In buona sostanza, adesso che ne sarà di Noi? L’infinita tristezza, le lacrime genuine, irrefrenabili di mio figlio nel post partita (catarifrangente di chissà quanti altri bambini, tifosi in erba, e relativi genitori) mi spronano a sperare nel futuro. Già, sperare. Al momento, ci rimane solo quello.
Pur nella cocentissima delusione del momento, è doveroso comunque ringraziare società, calciatori, staff tecnico, indipendentemente da quel che sarà e chi rimarrà o partirà, per aver messo in scena calcio vero, importante.
Ho volutamente tralasciato i tifosi, quelli veri, (massicci e) incazzati, impagabili, che si ringraziano da soli e rimarranno sempre a guardia di una maglia che fa sempre battere il cuore a mille. La fede, del resto, è un dogma, e non si discute. Mai.
Roberto Alpino, ForzaNocerina.it