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DA ZERO A DIECI: la grinta di Di Pietro e il self control di Maiuri

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La Nocerina conquista a Nardò un successo importante, dando un segnale di forza anche alle dirette concorrenti per la vittoria finale. Vittoria potenzialmente spartiacque della stagione rossonera, con le reti di Girardi e Fella ad indirizzare il match subito in favore dei molossi…da zero a dieci.

ZERO al terreno di gioco del Giovanni Paolo II. L’erbetta è ormai uno sbiadito ricordo per lo stadio di Nardò, con le poche zolle residue trascinate per il campo rendendo oltremodo complicato il controllo della palla per i calciatori delle due squadre. I prossimi ed urgenti lavori di rifacimento sono necessari per ridare dignità a uno degli impianti che, avendo ospitato per anni campionati professionistici, resta tra i meglio concepiti a livello strutturale nell’intero girone.

UNO gli espulsi della gara tra Nardò e Nocerina. Dopo il triplice fischio di un incontro maschio, ma sostanzialmente corretto, il signor Maninetti della sezione di Lovere ha ritenuto di sanzionare nuovamente il già ammonito Carrozza, in quanto capitano del Nardò e quindi ritenuto responsabile di un diverbio inscenato da un non identificato compagno di squadra con un sostenitore locale. Richiamato dagli schiamazzi, e non sicuro di chi fosse il protagonista della scaramuccia, l’arbitro mostra quindi all’incredulo capitano dei neretini un ponziopilatesco cartellino rosso. Muoia Sansone con tutti i Filistei.

DUE i minuti (più qualche secondo) che sono bastati ai molossi per ritrovarsi in vantaggio di due gol, tra scene di collettiva isteria registrate in tribuna locale. Pronti via e Alvino ruba palla a centrocampo, percorre qualche metro e serve Girardi; l’ariete rossonero non si fa pregare e batte un poco attento Petrachi sul suo palo. Pochi secondi dopo, la sfera è ancora sui piedi dell’indemoniato Alvino. Serie di finte, scodellata al centro e Fella, colpevolmente solo, batte di nuovo l’estremo di casa. L’uno-due iniziale avrebbe spezzato le gambe a chiunque, tranne al quasi impronunciabile Kyeremateng che, a metà del primo tempo, riaccende le speranze del pubblico realizzando in bello stile la rete che riapre la gara. A Di Pietro il compito di rimetterla definitivamente in naftalina ad inizio ripresa.

TRE i giornalisti neretini che si sono lamentati della troppo (a detta loro) consistente presenza di giornalisti nocerini nella sala stampa dello stadio. Indispettiti dal risultato sfavorevole, i pochi operatori della stampa locale, incalzando un disorientato addetto stampa, hanno dovuto attendere le prolisse interviste di Maiuri, Di Pietro e Cacace, prima di poter ascoltare le impressioni del loro tecnico Foglia Manzillo e di Palmisano, indiscusso idolo locale. Il tutto si è concluso con un sorriso e un arrivederci a Nocera.

QUATTRO le decine di metri di spelacchiato campo lungo i quali l’ala destra del Nardò Yuri Meleleo porta a spasso il terzino rossonero Santamaria al minuto venticinque del primo tempo, prima di disorientarlo con una finta facendolo cadere al suolo, servendo poi il coloured Kyeremateng presentatosi davanti ad Amato per poi batterlo con un preciso diagonale. Timida la prova dell’under ex Siracusa, più intraprendente quella del collega di fascia destra Papini che conferma le buone cose già mostrate nelle precedenti esibizioni.

CINQUE le squadre che si sono presentate in stagione al cospetto dei molossi con almeno un pizzico di granata sulla maglia. Che si sia trattato di circostanze dovute ai colori sociali o a improbabili scelte cromatiche degli sponsor, la speranza recondita degli avversari era probabilmente che quel colore potesse avere sui giocatori molossi lo stesso effetto della criptonite nei confronti di Superman. Il deterrente ha in parte funzionato solo per le prime gare, con i rossoneri poi bravi a prendere le contromisure, riuscendo a sconfiggere finanche a domicilio quella improbabile quanto fastidiosa sfumatura di rosso.

SEI e mezzo il voto alla ricostituita cerniera centrale difensiva rossonera formata da Cuomo e Cacace. Causa acciacco di Pomante, i due tornano a fare coppia e sfoderano l’intesa dei tempi migliori, dovendo tenere a bada clienti non facili come lo sgusciante Kyeremateng e l’esperto capitano Carrozza, calciatore abituato a calcare campi di categorie superiori con una fugace esperienza anche in serie A all’Atalanta. Unica sbavatura in occasione della rete pugliese che dimezza le distanze, per il resto…da quelle parti non si passa.

SETTE all’approccio alla gara avuto dal giovane portiere Ciro Amato, esordiente in categoria chiamato in causa per la prima volta da Maiuri dopo qualche incertezza mostrata nelle ultime partite dal probabilmente più talentuoso ma meno smaliziato Sommariva. Incolpevole in occasione della rete pugliese, il portiere ex Portici risponde sempre presente quando chiamato in causa, rivelandosi ottimo punto di riferimento per i compagni della difesa. Si potrà contare su di lui.

OTTO ai ruspanti ultras del Nardò. Invogliati ad affollare lo stadio con vari striscioni disseminati per la città recanti le scritte “Tutti allo stadio” e “Tutti allu campu” per gli autoctoni, hanno risposto in massa, sostenendo la squadra da dieci minuti prima dell’inizio della gara fino a dieci minuti dopo la fine della stessa, incuranti di risultato fin da subito negativo e prestazione non esaltante. Nessun fischio o coro di disapprovazione verso i propri beniamini, ma tutti di incitamento o di scherno verso la tifoseria ospite. Irriducibili.

NOVE alla provvidenziale uscita a farfalle del portiere di casa, l’esperto Davide Petrachi, che all’alba del secondo tempo, su un angolo battuto da Alvino, decide di stroncare sul nascere ogni velleità di pareggio dei suoi, pronti a un secondo tempo da battaglia. Ne approfitta Andrea Di Pietro il quale, appostato al limite dell’area piccola, può anche evitare di saltare per spingere in rete la terza rete ospite. Gagliarda la prova del centrocampista rossonero, che contribuisce insieme al sempre grintoso Coppola, a formare un’ermetica diga di centrocampo, con Barone destinato per questa domenica a riflessiva panchina post squalifica.

DIECI al self control mostrato da Vincenzo Maiuri. L’allenatore della Nocerina, ex dei granata padroni di casa, è stato salutato da ingenerosi fischi da parte dei suoi ex tifosi, accusato di aver smantellato a suo tempo la squadra che vinse il campionato di Eccellenza puntando poi su calciatori non ritenuti all’altezza della situazione. Il trainer molosso fa spallucce e, benché ottimamente accolto dalla dirigenza e dalla stampa locale, attende che i tifosi di casa accendano i loro fumogeni prima di raggiungere la panchina a lui riservata. Per dirla alla Matteo Pastore…il calcio è questo qua.

Salvatore Alfano, ForzaNocerina.it

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