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NOCERINA, per un pugno di euro…

Non è solo questione di soldi. Non può essere solo quello il male che affligge la Nocerina. C’è qualcosa di più profondo, di più grave, di più difficile da spiegare. Quando una società che partecipa al campionato di Serie D, torneo di respiro nazionale, subisce una sanzione per mancanza di acqua calda all’interno degli spogliatoi il problema non può essere solo relativo alla mancanza di liquidità. La cifra necessaria per un adempimento del genere, che è a carico del club che detiene la gestione dell’impianto, è insignificante nel bilancio di un società calcistica, anche di una disastrata come quella rossonera.

Vien da pensare che quel che manca in questo momento alla Nocerina è proprio la solidità della struttura societaria, la capacità di organizzare la vita del club e di gestirla; e non ingannino i risultati acquisiti, risultati che arrivano nella mediocrità di un torneo come quello di Serie D che, anno dopo anno, diventa sempre meno competitivo, con tante squadre che vivono situazioni simili a quella rossonera e si barcamenano per arrivare a fine stagione. La sensazione è che quella rossonera sia una barca ormai alla deriva, che procede per inerzia; una barca che, però, prima o poi, sarà destinata a naufragare, portando con se tutto l’equipaggio.

Equipaggio che non sta facendo a sua volta una bella figura. Sacrosanto il diritto di richiedere il pagamento degli stipendi arretrati, sia ben chiaro. Pessime le modalità scelte: intonare cori per richiedere gli stipendi dagli spogliatoi, alla presenza degli avversari, della terna arbitrale e degli addetti ai lavori, è un atteggiamento ingiustificabile. Se davvero c’è un problema, i calciatori dovrebbero pretendere dalla società il diritto di poter parlare, di poter spiegare ai tifosi ed agli appassionati in quali condizioni stanno lavorando. O, in caso tale diritto fosse negato, appellarsi all’Aic, agli organi preposti, per mettere in essere tutte le azioni necessarie.

Insomma, il quadro è desolante, così come desolante è l’immagine del San Francesco praticamente vuoto, divenuto terra di conquista per gli sparuti tifosi avversari. La speranza resta quella di riuscire, prima o poi, ad intravedere la classica luce in fondo al tunnel, che ci sia il colpo di scena risolutivo, il lieto fine che riporti il sorriso; ma, almeno per ora, si continua a brancolare nel buio.

 

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