DA ZERO A DIECI: la bandiera di Giorgia unico raggio di sole in un pomeriggio di follia











Vittorie, sconfitte, risultati nulli, grandi giocate ed errori clamorosi, anche da parte degli arbitri, questo è il calcio, questo è lo sport. I verdetti, vanno accettati, sempre e comunque, siano essi piacevoli o meno. Chi vive di sport lo sa bene, chi gioca al calcio ancor più, visto che la settimana successiva può riscattarti. Perdere la testa invece può decretare sconfitte che vanno al di là del terreno di gioco, con conseguenze più gravi rispetto alla perdita di una gara…..Da zero a dieci.
Zero a Giovanni Cavallaro. Non è un giudizio tecnico, ma un giudizio sul comportamento tenuto dall’allenatore rossonero al termine della prima frazione di gioco. Tutti possono sbagliare, sbagliano i calciatori sotto porta o i rigori, sbagliano gli allenatori a schierare le formazioni, sbagliano anche gli arbitri. Questo è lo sport. Possiamo tollerare la protesta, ma a tutto c’è un limite. Tentare di aggredire l’arbitro non è tollerabile, soprattutto da chi decanta ai microfoni la propria professionalità. Perdere le staffe in un momento così delicato della partita, così importante per la stagione in corso, tozza in pieno con le dichiarazioni rilasciate a più riprese. Il ruolo dell’allenatore in certi momenti è fondamentale, più dei dettami tecno-tattici. I ragazzi avevano bisogno di una guida che li spronasse a giocare non a rendere il terreno di gioco un ring. Le gesta della persone in mezzo al campo, facilmente si riflettono sugli spalti. Chi indossa a qualsiasi ruolo la casacca rossonera, la deve onorare sempre con fatti e gesti che rispettino il blasone dei molossi. Un flop che va molto al di là del risultato.
Uno l’incosciente che durante il corso del primo tempo, magari vedendo il parapiglia in campo, ha avuto la brillante idea di lanciare una bottiglia verso l’allenatore ospite. Situazione ripetuta anche a fine tempo mentre calciatori ed arbitri guadagnavano gli spogliatoi. In questo caso la bottiglia non è partita dalla spalti, e solo per fortuna la stessa non ha colpito l’assistente numero due, la signora Stefania Genoveffa Signorelli e mister Danucci. Un gesto che la Nocerina potrebbe pagare caramente, vista la diffida già inflitta dopo la gara di Casarano. La rinascita del calcio rossonero, passa inevitabilmente anche per la maturità del pubblico, e maggiormente di chi a vario titolo è a bordo campo, situazione numericamente e qualitativamente da rivedere.
Due le opposte fazioni in curva, che nel corso del secondo tempo, presi dalla noia di una partita giocata malissimo dai giocatori in maglia rossonera, hanno deciso di movimentare il pomeriggio. Non conosciamo le cause, non cerchiamo colpevoli, non esprimiamo giudizi, ma ci piace vedere il popolo rossonero unito ad incitare i molossi in campo. Le risse allo stadio, non hanno mai vincitori, ma solo sconfitti.
Tre erano gli squalificati in casa rossonera per il match contro il Città di Fasano. Quanti ne saranno per la prossima trasferta di Lavello al momento non è dato sapere. Di sicuro mancheranno Garofalo e Mancino, oltre al già citato allenatore, che avrà una pesante squalifica. Il triplice fischio del signor Selvatici, è stato confuso con il gong, ed invece di dare il via al terzo tempo, ha decretato l’inizio della terza ripresa. Fatti sfuggiti sicuramente ai taccuini dei cronisti, ma dubitiamo a quelli della terna arbitrale, che ha avuto modo di veder volare qualche parola di troppo e qualche gesto violento. Avremo modo di apprezzare fatti e personaggi al prossimo Comunicato Ufficiale del Giudice Sportivo.
Quattro all’ostinazione della costruzione del gioco dal basso. Farla diventare un’ossessione anche quando si gioca in inferiorità numerica può essere deleteria. Per fortuna ad inizio ripresa Sosa sciupa a pochi passi da Venditti una ghiotta occasione nata da un errore dell’impostazione del gioco di Garofalo & C. Probabilmente questa “filosofia” calcistica in quarta serie sarebbe da rivedere.
Cinque a Gaetano Mancino, che riesce a guadagnarsi due gialli nel giro di mezz’ora, lasciando la propria squadra in dieci per circa cinquanta minuti. Il secondo giallo, per un fallo di frustrazione, ed inutile a centrocampo a pochi passi dal direttore di gara, apparso molto determinato nell’occasione e davvero poco in quasi tutta la gara.
Sei gol all’andata, due al ritorno, questo lo score del Città di Fasano contro la Nocerina. Una partita che doveva rappresentare il riscatto, ha evidenziato la differenza tra le due squadre, già nel primo tempo. Marcando di fatto la difficoltà della compagine rossonera di proporre gioco. Situazione ancor più evidente quando si scende in campo contro squadre di pari livello.
Sette al placcaggio stile rugby di Ferdinando Padovano. Non ha fermato un avversario, ma il tecnico rossonero, lanciato verso il signor Selvatici di Rovigo, dalla direzione di gara assai discutibile, evitando uno scontro fisico che sembrava già fatto. Un intervento che ha evitato che la situazione degenerasse ancor più, ma che di certo non eviterà una lunga squalifica al tecnico siciliano a sette giornate dal termine del campionato. Stagione che calendario alla mano, può ancora regalare emozioni. Gli stimoli in questa fase saranno determinanti, la fame agonistica deve portare a giocate importanti, da evitare assolutamente i colpi di testa, come quelli visti ieri per tutta la partita da parte di una squadra decisamente nervosa già dal fischio d’inizio.
Otto alla simpatia di Damien DiPaola, avulso ai microfoni e alle foto a tinte rossonere. L’abitudine ai set cinematografici lo fa apparire distaccato e taciturno, ma in realtà ha messo a fuoco bene la situazione. Determinato, preciso, poche parole e sempre di spessore. La sua presenza può rappresentare il vero premio Oscar per una società che non nasconde grandi ambizioni.
Nove l’attaccante. Lo abbiamo già ripetuto altre volte, quanto manchi questa figura nell’attuale Nocerina. Il nove di Felice Simonetti, ieri alla decima marcatura con la maglia dell’Insieme Formia, da quando è andato troppo velocemente via da Nocera. Il bomber di Nola, alla sua terza esperienza in maglia rossonera, ha deciso di cambiare aria, perché era abbastanza evidente che non rientrasse tra le priorità di reparto del tecnico siciliano. Resta l’amaro in bocca.
Dieci al perpetuo sventolio della bandiera di Giorgia per tutta la durata del match. Presente in tribuna con mamma Luana e papà Giovanni per la ripartenza del “Battesimo del Tifoso”, non ha fatto mancare il suo entusiasmo. In una giornata da dimenticare, questa piccola Molossa da un senso e la speranza ad una domenica negativa. Piccole Molosse crescono.
Francesco Cuomo