TRIPLICE FISCHIO: il silenzio dello stadio e i numeri impietosi











“Così percorsa attonita
la terra al nunzio sta
muta, pensando all’ultima
ora…”
Quando Alessando Manzoni scrisse “Il cinque maggio” non avrebbe mai potuto immaginare che, a quasi due secoli di distanza, le sue parole avrebbero potuto descrivere con precisione lo stato d’animo dei tifosi di una squadra di calcio (neanche avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe stato il calcio). Eppure, al triplice fischio del signor Menozzi di Treviso, lo stadio di Nocera è rimasto in silenzio, muto, incredulo di fronte a una squadra che è stata capace di rimediare tre gol dal Trastevere senza neanche abbozzare una reazione.
IL PROTAGONISTA Al di là delle esternazioni finali, il San Francesco si è distinto. La Curva Sud ha cantato per tutta la durata dell’incontro, anche quando il risultato era più che compromesso, e la tribuna ha applaudito gli ospiti. Un tributo meritato nei confronti del team capitolino, che non ha rubato nulla.
IL MOMENTO CHIAVE Sul finire del primo tempo, Vecchione è sull’out di sinistra dell’attacco della Nocerina. Mastropietro gli si fa vicino e lo cintura. L’arbitro lascia correre, la palla si allontana, ma il numero 7 romano non molla la presa e sferra un cazzotto al numero 6 rossonero. Ne nasce un battibecco che porta all’ammonizione, sconsiderata e incredibile, di Vecchione. Quell’episodio si rivelerà decisivo al 16° della ripresa quando, un’ingenuità del centrocampista rossonero gli costerà il secondo giallo. La Nocerina si spegne del tutto.
DIETRO LA LAVAGNA Otto gare; nove punti; otto gol subiti; sette fatti; due vittorie; tre pareggi; tre sconfitte. Questo lo score di Marco Nappi. Considerando che, nelle ultime cinque gare, la Nocerina ha segnato solo un gol, la parentesi del trainer romano alla guida dei molossi è impietosamente disarmante.
Francesco Belsito