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AMARCORD: 67 anni fa la tragedia di Superga

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Una delle più gradi soddisfazioni della mia vita da tifoso della Nocerina, è arrivata l’11 febbraio del 2012. Era una giornata fredda e io, insieme ad alcuni cari amici, stavo varcando, per la prima volta, l’ingresso del settore ospiti dello stadio che, all’epoca, si chiamava “Olimpico”, a Torino.
Ero già stato in quella città per seguire i molossi. Si giovava al vecchio Delle Alpi… ma quella è un’altra storia.
Il tempio dei granata (quelli buoni) è uno stadio particolare. Il tifo è sentito, caloroso. Io mi sentivo piccolo. Ero la Nocerina. Per me, la Nocerina è la squadra più importante al mondo. Per chi tifa Torino, la Nocerina avrebbe dovuto rappresentare un ostacolo fastidioso nell’insopportabile e momentanea permanenza in Serie B. Eppure, prima che la partita cominciasse, notai due striscioni esposti nelle curve granata. Uno diceva “La Torino granata saluta Nocera”, l’altro “Benvenuti amici molossi”. Beh, sul campo la partita la persi. Sugli spalti, mi sentii di aver trionfato.
Quegli striscioni avevano due storie alle spalle. Una vicina. Nella gara di andata, il San Francesco aveva riservato un doveroso tributo alla squadra torinese e ai suoi tifosi. Tributo dovuto alla storia più lontana… un pezzettino di storia che, con macrabro orgoglio, lega la piccola Nocerina al Torino… Non un Torino qualsiasi, i granata più grandi di tutti i tempi, il Grande Torino.

Il 4 maggio del 1949, il cielo decise che il Torino, la squadra che aveva dominato l’Italia per cinque anni, doveva abbandonare la storia per entrare nella leggenda. La collina di Superga, col suo santuario neoclassico, pose fine alla vita di una squadra eccezionale, rendendola immortale.
In quella tragedia, perse la vita anche un signore ungherese, Ernő Egri Erbstein che, qualche anno prima, da esule, era stato a Nocera per allenare i molossi.
Senza perdersi in chiacchiere, dilungandosi in frasi che avrebbero soltato il sapore della retorica, con quel pizzico di “macabro orgoglio” di cui sopra, vorrei ribadire che il 4 maggio sarà un giorno speciale anche per i tifosi molossi, che piangeranno per sempre non solo una delle più grandi squadre di calcio che siano mai esistite, ma anche un pezzo di storia rossonera.

Francesco Belsito, Forzanocerina.it

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