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DERBY TRA GIORNALISTI: pagelle agrodolci

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NOCERINA

 

VALERIO D’AMICO: Se ti aspetti il portiere saracinesca allora lo sguardo deve andare dall’altra parte del campo. Para il parabile, ma concede spesso troppa libertà agli avversari. Si sveglia nel finale con qualche intervento degno di nota. GIUDIZIO: Casello in sciopero… passano tutti.

 

MARIO MARRA: Esperienza al servizio della squadra e in cabina di “regia”, come al solito dà il meglio, ma stavolta dopo il gol finiscono la diretta e l’ossigeno. Lascia il campo un po’ amMARRAto, ma come Zorro anche lui lascia il segno. GIUDIZIO: C’è una svendita di schiene a “km 0”.

 

DANILO FRANZA: Mister D’Amico e il suo vice Mattiello affidano a lui la maglia numero 10. Nei primi minuti non delude le aspettative ma, come lui stesso si aspettava, nemmeno il suo ginocchio lo delude e lo molla all’improvviso. Esce tra gli applausi di cordoglio. GIUDIZIO: merita un 7, come i giorni di riposo per smaltire l’acciacco.

 

ANDREA BONAIUTO: Arriva a match in corso ed entra in campo per tenere fede al proprio nome e dare ai compagni un po’ di buon aiuto. Tanta corsa, dribbling ubriacanti che finiscono per ubriacare se stesso (al ristorante nel dopo gara), trova il gol ma nel contesto… è tutt “‘nzogna”. GIUDIZIO:  Di buon aiuto, purtroppo, c’è solo il cognome.

 

MARCO MATTIELLO: Batte il calcio di inizio e concede al pubblico piccole chicche di calcio, dalla panca rende molto di più con urla e incitamenti continui ai compagni di squadra. GIUDIZIO: Come il “sor Carletto” Mazzone, chissà cosa avrebbe fatto in caso di pareggio!

 

ANGELO GUADAGNO: La domanda sorge spontanea… guadagno per chi? Sicuramente per gli avversari, per i rossoneri è ‘‘nà cambiale scaduta”. GIUDIZIO: Impalpabile.

 

GIANLUCA TORTORA: Lo dichiara dall’inizio di non essere in forma e si rende disponibile a fare da bombola di ossigeno per i compagni di squadra. GIUDIZIO: Volenteroso. PS: gli occhialiiiiiiiiiiiiiii!

 

CARLO ATTANASIO: Sulla scia del compagno di ventura Guadagno, anche lui non la scia il segno sul match… si fa apprezzare per qualche pallonata rimediata. GIUDIZIO: Bersaglio mobile.

 

GIULIANO PISCIOTTA: Si carica addosso la squadra con grinta, impegno e una bombola d’ossigeno. Fin quando ce la fa, ci prova. E quando poi gli capita di calciare una punizione dalla sua “mattonella”, statt bon maronna mia: al portiere avversario Giuseppe Nocera non resta che issare bandiera bianca e raccogliere il pallone in fondo al sacco. GIUDIZIO: I pali non vanno presi a calci!

 

FRANCESCO CICCIO CUOMO: Dove non arriva il fiato arriva la tecnica. Partita di sacrificio con la ciliegina del gol più bello della serata. In perfetto stile Evacuo a Catanzaro, non la tocca mai, ma quando la tocca fa gol. GIUDIZIO: Capitano bomber.

 

GIUSEPPE SICIGNANO: Prende un palo clamoroso e in esclusiva! In campo era con la testa altrove, risparmia fisico e fiato e mister D’Amico, capito l’andazzo, lo declassa spesso la panchina. GIUDIZIO: Da rivedere… da un buon medico.

 

FERNANDO FAIELLA: Nonostante la larghezza, prova a tenere testa a Carmine Torino, lo affonda con un ottimo kick alla caviglia e regala a Marra l’assist per il gol. In stile playstation, si lascia prendere dalla situazione e prova degli inutili shoot dalla distanza. Volontà e poca corsa. GIUDIZIO: Almeno c’ha provato!

 

MISTER ANDREA D’AMICO: Un leone in gabbia, perché vorrebbe giocare ma i legamenti delle sue ginocchia gli fanno un ostruzionismo perfido. E allora, spiluccando tra le teorie offensivistiche dei suoi miti della panchina, proietta la sua squadra all’attacco, dimenticandosi però che ogni tanto sarebbe anche il caso di fare la fase difensiva. Manca la sigaretta per assimilarlo al 100% a Zdenek Zeman, quand’è costretto ad osservare le genialate difensive dei suoi, che puntualmente finiscono nella porta rossonera. GIUDIZIO: La prossima volta, miett a Cavallar!

 

PAGANESE

 

PEPPE NOCERA: La sua divisa nera è simile a quella di Batman. In effetti veste i panni del supereroe mascherato per tutto l’arco dell’incontro. La tecnica non è sopraffina, ma i suoi interventi sono efficaci. E poi, cosa che non guasta mai, è aiutato da un po’ di “Fattore C”. Ha avuto coraggio la Paganese a schierare in porta uno che di cognome fa Nocera. GIUDIZIO: Uomo derby.

 

DANILO SORRENTINO: Si cala alla perfezione nel ruolo di attaccante della Paganese. Come le punte della squadra di Prima Divisione infatti, non ne becca una. Anzi ne becca tre, ma di legni. Due traverse in apertura, un palo alla fine. Nel mezzo poco o nulla, se non un assist e qualche richiamo da parte di mister Torino (ma non era Campitiello?), il quale lo sostituisce sistematicamente. GIUDIZIO: Bastonato.

 

ALFONSO BELSITO: Ha ricoperto il ruolo di addetto stampa per due anni e nell’ultimo periodo del suo mandato ha dovuto tenere a bada l’allenatore più difensivo che il calcio abbia mai conosciuto: Ezio Capuano. A vederlo giocare, l’impressione è che abbia visto molti allenamenti del Mourinho (o van Gaal) dei poveri. E’ una roccia in difesa. GIUDIZIO: Catenacciaro.

 

SALVATORE CAMPITIELLO: Per la stima, per la voglia di mettersi in gioco e per la prestazione buona, nonostante le tante primavere ormai andate. E’ il terminale offensivo deglli azzurrostellati (anche le divise erano bianche e senza stella) quando è in campo. Ai suoi tempi, Campitiello doveva essere un bel giocatore, dato che il tocco ed il senso della posizione ancora c’è. GIUDIZIO: Professore.

 

CARMINE TORINO: Presidente, perché l’ha ideata lui questa partita, direttore sportivo, perché ha comprato lui i giocatori (e l’arbitro), responsabile marketing, perché ha trovato lo sponsor ufficiale (cosa che manca ancora alle casacche della vera Paganese), magazziniere, perché ha portato lui il materiale, difensore roccioso, per la sua inconfondibile stazza. Per l’idea avuta sarebbe da 10+, ma il voto scende perché è l’unico caso al mondo di telecronista-giocatore. Urla con tutti i suoi compagni (anche col povero Nocera incolpevole su una punizione di Pisciotta all’incrocio) e spesso li confonde. Per il ritorno nella città di Sant’Alfonso si stanno attrezzando: una museruola per Torino. GIUDIZIO: Tuttofare.

 

MARCO ORLANDO FERRAIOLI: Per lui parla il tabellino. E’ l’Ibrahimovic della Paganese: fa tutto lui, segna anche da tutte le parti, anche da casa sua (cit. Pisciotta) e, come il campione svedese, allarga le braccia e non esulta, come se la cosa non fosse sua. La Paganese, e soprattutto i tifosi, sperano che Grassadonia abbia mandato qualche suo osservatore a vederlo ieri sera. Visto che gli attaccanti veri non ne mettono una dentro, potrebbe essere lui la panacea perfetta per l’attacco liguorino. GIUDIZIO: Bomber.

 

GIANLUCA PEPE: Ha soprattutto il merito di aver dato un tocco diverso al tabellino della gara. Un suo bel diagonale è stato infatti l’unico gol azzurro non segnato da Orlando. Per il resto, gara diligente per il giovanissimo giornalista paganese, che continua a farsi valere dentro e fuori dal campo. GIUDIZIO: Da tenere d’occhio.

 

VALENTINO AMATO: Parte con tantissime buone intenzioni. Ha messo in croce Torino e tutti i suoi compagni nei giorni precedenti alla gara con telefonate a qualsiasi ora del giorno e post su Facebook con il count-down. Glielo spiegate che il derby vero si gioca domenica? In gara soffre di ansia da prestazione. E’ volenteroso, ma poco incisivo. Si porta a casa un palo colpito e qualche calcetto dato.

GIUDIZIO: Sfortunato.

 

NELLO CALIFANO: Entra nei momenti decisivi dell’incontro e la sua presenza è silenziosa, ma importante. Si lascia trascinare dai suoi compagni e dalla panchina è il primo a soffrire. Anche se all’inizio un po’ indisciplinato lo è stato. Messo inizialmente in panchina da mister Torino, assume il classico atteggiamento di Mario Balotelli: seduta scomposta, gambe accavallate… mancava solo l’Ipad. GIUDIZIO: Importante.

 

CICCIO DE VIVO: Gara senza infamia e senza lode. Si mette in mostra quando Mario “l’età avanza” Marra cade giù per la seconda volta (a mo’ di via Crucis), intonando per primo, da buon uomo di chiesa, il De Profundis per l’amico stramazzato al suolo. GIUDIZIO: Piccante.

 

A cura di Fernando Faiella, Andrea D’Amico e Danilo Sorrentino


fonte: www.zero-zero.it

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