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Castaldo, il novello Parola

NOCERA INFERIORE. Uno spot per gli abbonamenti ulteriori, un’indicazione alla Panini per rivisitare il logo della bustina delle figurine, passando dalla storica rovesciata di Parola alla rovesciata di Castaldo, almeno per la distribuzione nelle due Nocera. Il giorno dopo l’exploit che ha regalato il pari all’Arena Garibaldi, Gigi il centravanti cerca di far mente locale: «Un gol così bello? Non l’avevo mai segnato in carriera. Non ricordo rovesciate del genere – afferma Castaldo – e non ricordo un gesto così perfetto, partendo dallo stop di petto. Lo posso dire con sicurezza. Il gol di Pisa è il più bello, spero che sia un gran segnale d’inizio stagione per me e per la Nocerina».
Raffaele Sergio, domenica sera a Telenuova, lo ha riempito da elogi in versione opinionista: «Quando lavoravo da osservatore in Campania per il Chievo, lo segnalai immediatamente. Castaldo fin qui, con la sua carriera di serie C, ha fatto poco. Mi spiego meglio, a lui questa categoria va parecchio stretta, ha avuto e secondo me ha ancora tutto per giocare in altri campionati».
La storia del diabete condizionante, insomma, una cosa che ogni tanta gli ricordano quando l’intervistano, una leggendina popolare nata sul suo conto: «Ci tengo a dirlo, una storia del tutto falsa – precisa il centravanti ora rossonero – forse vogliono a tutti costi trovare una spiegazione al fatto che abbia lasciato qualche anno fa Siena e la possibilitá di giocare in A. Ma la mia scelta fu molto precisa. Non mi andava di essere trattato come un pacco postale, cioè uno da spedire in prestito a basta, volevo scegliermi da solo il futuro».
E se ricapitasse un’altra occasione del genere? Dallo scorso mese di maggio, gli anni all’anagrafe sono diventati 28. Però mai dire mai: «Sto bene, vorrei prendermi tutto quel che c’è da prendere da questa stagione con la Nocerina. Gioco in una piazza storica e bella, intorno ho la fiducia generale. Non rinuncio a nulla, chissá che non ricapiti l’occasione».
Taccuino del cronista post Cavese-Gubbio di qualche settimana fa, aperitivo formato Coppa Italia: passa Francesco Maglione e dice con tono chiaro e fermo: «Gigi Castaldo è mio figlio». Andiamo a verificare. Ecco il diretto interessato: «Non ha esagerato l’avvocato Maglione, tra noi c’è un bellissimo rapporto, certe cose non si dimenticano ed io non le ho dimenticate. A Benevento per me è stato importante». Ovviamente nulla che possa mettere in forse un’altra certezza: domenica prossima Nocerina-Cavese e voglia da parte del bomber napoletano di concedere il bis immediato del gol di Pisa, nella forma che verrá, non si può sempre rovesciare il mondo col pallone, sarebbe fin troppo bello. E poi la storia è piena di figli che hanno segnato un gol al padre, vero o putativo-calcistico che sia.

 

Marco Mattiello, La Città

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