“Ore 22.09 sono diventato nonno di Tommaso” così sul suo profilo Facebook. Un messaggio semplice, di gioia, come centinaia di altri. E’ speciale, però, perché arriva dalla bacheca di Andrea Pallanch e segna ufficialmente la fine della nostra gioventù. L’idolo dei nostri vent’anni, l’uomo che, forse, più di tutti ha nobilitato e onorato la numero 7 della Nocerina è diventato nonno.
Felici per l’uomo che merita tutte le gioie della vita, e quella di un nipote si trova ai primi posti di questa speciale classifica. Noi, ce lo consentirà, torniamo indietro con la memoria alle sue imprese con la nostra maglietta. I gol, gli assist, la forza di volontà, quell’essere capitano senza mollare mai e parlando poco e niente, il che in una città come la nostra, dove le chiacchiere superano la realtà, non fa altro che ingigantire quello che è stato Andrea Pallanch per la nostra generazione di nati negli anni settanta.
Sono mille gli episodi che ce lo ricordano, l’azione con la Fermana, la rimonta nell’anno della Serie D, il suo ritorno a Nocera a furor di popolo. La Nocerina di Del Neri dura come l’acciaio e quella di Simonelli folle e bellissima. Tutte avevano un comun denominatore, il capitano che è rimasto punto fermo anche quando tutto intorno sembrava crollare come nella trasferta di Sora nei play out. Sotto il diluvio ci prese per mano e centimetro dopo centimetro ci tirò via da una retrocessione che sembrava già scritta.
Quel coro, distrattamente, ci ritroviamo a canticchiarlo ogni volta che entriamo al San Francesco, “Oeee oe oe oeeee Andrea Pallanch”. Auguri Nonno Andrea, racconta al piccolo Tommaso del San Francesco e della tua numero sette, quella dei Molossi.
Fabio Pagano, ForzaNocerina.it
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