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Brescia, un sorriso in attesa di una risata

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BRESCIA-SAMPDORIA 0-0

 

BRESCIA (4-3-2-1) Leali; Zambelli, Magli (25’s.t. Cordova), De Maio, Daprelà; Budel ( 32’s.t. Martina Rini), Salamon, El Kaddouri; Scaglia, Antonio ( 25’s.t. Maccan); Feczesin. (Arcari, Mandorlini, Paghera, Ramos). All. Scienza.

 

SAMPDORIA (4-4-2) Da Costa; Rispoli; Gastaldello, Volta, Castellini; Padalino ( 31’s.t. Dessena), Obiang, Soriano, Lackzo; Fornaroli ( 19′ s.t. Palombo), Bertani (39’s.t. Foti). (Fiorillo, Rossini, Foggia, Maccarone). All. Atzori.

 

ARBITRO Calvarese di Teramo.

 

RETI

 

NOTE Spettatori 4.500 circa. Espulso Soriano per doppia amonizione al 18’s.t. Ammoniti: Magli, Soriano, Obiang, Volta, Antonio, Daprelà, Foti.  Angoli 6-8. Recupero 2′ e 3′.

 

BRESCIA. Eh sì, ha ragione un amico che a fine partita mi dice che sembriamo il Portogallo di Rui Costa e Figo. Perchè è dai quei tempi che non si vedeva una squadra così elegante, a tratti forse pure un po’ troppo leziosa. E cosi poco prolifica. Così, con la Samp ci prendiamo il classico brodino dello 0-0 dopo aver, almeno per un tempo, il primo, messo più volte all’angolo l’undici di Atzori e non aver trovato, manco a dirlo, il golletto che strameritavamo. Il calo nella ripresa diventa fisiologico dopo aver speso tanto su un campo, giurato dai potagonisti, molto pesante, tagliagambe per interderci.  E non ci aiuta nemmeno il fatto di restare con l’uomo in più dal 63′ (doppio giallo a Soriano) perchè la lingua era già a penzoloni e la reiterata inappetenza sotto porta è più che una certezza. La sterilità offensiva rischia di diventare un’ossessione e , anche se Jonathas è atteso al rientro come un bimbo la notte del tredici dicembre attende S.Lucia, è indubbio constatare che nè centrocampisti nè qualche sortita dei difensori porta a violare le porte altrui, ormai vergini da cinquecentotre minuti.

Una sola novità tra i ventidue annunciati ed è tra i nostri con Scienza che, rispetto a Verona,  ripiazza Salamon play dall’inizio e porta in panca Paghera.Il minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione nel capoluogo ligure passa tra applausi e commozione con la Nord che espone un ‘Solidali alla Liguria’ e, dalla parte opposta, qualche doriano (lì forse solo per quello) ad esibire un lungo lenzuolo bianco che, oltre al dolore, fa capire il disaccordo totale di disputare questo match e recita ‘Per noi questa sera non c’è partita / a Genova si piange chi ha perso la vita’. 

Partiamo col freno a mano un po’ tirato così è la Samp a farsi vedere un paio di volte dalle parti di Leali con Magli che si becca il giallo all’8′ per aver steso il lanciato Fornaroli. Ma verso il 10′ la leva scende e il Brescia prende decisamente campo e iniziativa. E le occasioni fioccano, con Da Costa  impegnato sia tra i pali che a risolvere almeno tre mischie furiose nei sei metri finali. Zambelli e compagni vanno a cento all’ora e i blucerchiati sono in evidente imbarazzo. I due esterni spingono parecchio ed arrivano anche al tiro, come il destro secco di Zambelli che Da Costa mette in angolo con i pugni.  Ma è un susseguirsi di azioni offensive biancazzurre con Juan Antonio, El Kaddouri, Budel e Salamon che arrivano vicini al bersaglio che, come al solito, non riesce a farsi centrare. C’è pure una trattenuta sospetta su De Maio al 31′ a non più di due metri dall’estremo genovese che fa infuriare Scienza a bordo campo. Le folate dei nostri sono continue, ma non si cava il classico ragno dal buco. La manovra è fluida e veemente fino ai sedici metri dove poi non riesce più a trovare lo spiraglio giusto o quella zampata decisiva, agognata come l’acqua nel deserto.

In replay alla prima frazione, parte ancora meglio la Samp nei primi minuti della ripresa con un destro deviato di Obiang che ci fa venire i brividi. Quelli veri vengono ad Atzori al 63′, quando Soriano si fa cacciare lasciando i suoi in dieci. Ma alla lunga, sarà un rosso dolce per i blucerchiati, dato che le ali delle Rondinelle sono bagnate fradice e l’affondo decisivo che t’aspetti, non arriva. Atzori richiama una punta, Fornaroli, e inserisce il capitano defraudato Palombo che detta i tempi giusti. Dentro allora Cordova e Maccan, fuori Magli e un claudicante Juan Antonio (e poco dopo Martina Rini per un buon Budel), ma le forze e la mente sono già annebbiate. A tal punto da far divorare a El Kaddouri e soprattutto a Feczesin due assist in sessanta secondi di Nicolas.

E, immancabile, il colpo al cuore finale: angolo dalla sinistra per la Samp, palla allungata sul secondo palo dove il desenzanese Volta incorna a colpo sicuro con Leali battuto, trovando la nuca di Martina Rini che respinge, pressochè casualmente, ad un passo dalla linea bianca, con palla che muore sull’esterno della rete. Che sia un segno? In fondo, fino a ieri, una palla così sarebbe entrata beffarda senza ombra di dubbio. Anche da queste piccole cose, oltre che dal punto che blocca l’emorragia, si può pensare che il vento sia cambiato. Basta crederci. 

 

 

Fabrizio Zanolini, www.bresciaingoal.com

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