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AMARCORD. SORA-NOCERINA 2-1: Pallanch lancia la riscossa dei rossoneri

Annata 1996-97. La Nocerina parte con i favori del pronostico e come spesso le accade in questi casi finisce con il lottare per non retrocedere. In campionato i Molossi arrancano e sono costretti a disputare i play out contro il Sora. Si gioca prima nel Lazio. E’ quella che i romanzieri di una volta definivano “Una giornata da tregenda”. Sullo stadio ciociaro si riversa una vera e propria bufera d’acqua.

La Nocerina è triste e dimessa fin dalla formazione iniziale. Fabris e Puglisi, due centrocampisti, sono gli unici attaccanti messi in campo da mister Balugani. Una resa annunciata prima della palla a centro. Sofferenza è la parola d’ordine. Le maglie bianche del Sora diventano familiari ai tifosi della Nocerina che se le vedono arrivare dappertutto.

Lorenzini, centravanti ciociaro, che avrebbe meritato ben altra carriera, imperversa. Il primo gol quasi non fa male per quanto era atteso. Il secondo è un colpo che manderebbe al tappeto tifoserie molto più blasonate di quella rossonera. Il cielo, sempre più grigio, non lascia speranze. Un doppio svantaggio non è rimontabile al San Francesco lo sanno tutti.

Ad inizio secondo tempo uno squarcio di sole restituisce il fiato ai tifosi assiepati sui tubi innocenti della curva destinata agli ospiti. Entra Andrea Pallanch. Il capitano a stento si regge in piedi, reduce da un lungo infortunio e messo da parte in uno spogliatoio diviso in clan. La Nocerina si aggrappa alla sua bandiera e torna a combattere.

Dagli spalti si capisce subito. I Molossi sono ancora vivi. Con la forza della disperazione la Nocerina si riversa nella metà campo avversaria e riesce a procurarsi un calcio di rigore. Sul dischetto si presenta Alvaro Zian, centravanti dalle doti tecniche indiscusse e dalla fragilità fisica conclamata. La palla finisce in rete. Scene di delirio. Le lacrime di qualche tifoso si confondono con la pioggia. Un solo grido echeggia nel pomeriggio di Sora, “Un capitano c’è solo un capitano”.

Si va via da Sora con lo spirito di chi ha visto la morte, sportiva, in faccia ed invece è ancora vivo. Una settimana dopo la gara di ritorno sarà memorabile, ma è un’altra storia.

 Fabio Pagano, ForzaNocerina.it

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