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Equilibrio e sostegno incondizionato: gli ingredienti per fare la Nocerina ancora più grande

C’è tanto entusiasmo nelle due Nocera.
Entusiasmo che deriva dall’allestimento di una squadra assolutamente competitiva, forte, molto forte, capace di giocarsi la vittoria finale del campionato in qualunque girone verrà inserita.

Vietato disperare alle prime difficoltà
Un entusiasmo che non si vedeva da tanti anni e che fa piacere vedere, sentire, percepire nelle parole e negli sguardi della gente. Però… c’è un però!
L’errore principale che potremmo fare, tutti, è quello di credere che la Nocerina sia una squadra talmente forte che tutte le partite del campionato che sarà, finiranno almeno 3 a 0 pe noi.
Dobbiamo assolutamente capire che non è così, non può essere così.

Non esistono e non sono mai esistite squadre talmente forti da annientare tutti gli avversari tutte le domeniche. Sarebbe un errore madornale credere questo, porterebbe alla catastrofe alla prima sconfitta, che presto o (speriamo) tardi, arriverà.

Cambio di atteggiamento cercasi
La Nocerina è una squadra davvero forte ma come tutte le compagini allestite da capo avrà bisogno di tempo per trovare gli automatismi che porteranno al “bel gioco”.
Quello che è fondamentale è un cambio di registro nell’atteggiamento di noi tifosi.

Non parlo dei ragazzi della curva. Loro che si vinca o che si perda cantano a squarciagola il proprio amore verso i colori.
Mi riferisco ai tifosi. Quelli competenti, quelli che una volta disquisivano davanti ad un caffè al bar e che ora sempre più spesso esternano il loro malcontento sui social, ragion per cui le “elucubrazioni” di ognuno di noi hanno una eco diversa rispetto al passato.

La “maledizione del campionato di serie D”
Bene, la Nocerina non vince quello che, secondo chi vi scrive, è il campionato più difficile di tutti, la serie D, dal lontano 1973. Da allora la squadra rossonera ha disputato una dozzina di campionati di serie D, partendo quasi sempre per vincere. Sapete quante volte l’ha vinto il campionato di serie D la Nocerina dal 1973? Mai, non l’ha vinto mai più. Cosa voglio dire? Che il campionato di serie D è talmente complicato da vincere, c’è bisogno che tante di quelle cose si incasellino e che al netto di campionati e gestioni scellerate, problemi di ogni genere, calciatori e dirigenti del passato dalle dubbie qualità tecniche e morali, dato che il “nostro” atteggiamento non ha pagato negli ultimi 51 anni, perchè non proviamo a sostenere incondizionatamente, senza quel “palato fine” e quello spiccato gusto “estetico” che da sempre ci contraddistingue?

Chiaramente chi va allo stadio vuol vedere lo spettacolo, oltre che le vittorie. Ragionando che siamo in serie D e che pretendere lo spettacolo in serie D è come pretendere da una Fiat “Panda” che passi da 0 a 100kmh in 4.5 secondi, questa stagione mi concentrerei più sul risultato finale che sul bel gioco, più sul lungo periodo che a storcere il naso alla fine di un primo tempo di una partita che non si sblocca o che peggio, termina in svantaggio, che ritornando alla Panda citata in precedenza, è come bucare uno pneumatico scendere dall’auto e distruggerla con una mazza da baseball anziché alzarsi le maniche per sostituire la gomma e continuare il viaggio.

I conti vanno fatti alla fine
Sostenere la squadra per sostenere noi stessi. Spingere i ragazzi che vanno in campo senza fischiare al primo passaggio sbagliato, magari facendo i “conti” al triplice fischio. Ogni partita sarà una battaglia, ogni settimana c’è una vittoria da conquistare. Quello che inizierà il 10 settembre prossimo è un campionato troppo importante, troppo.

Bisogna lottare con le unghie e con i denti per raggiungere il primo posto a maggio ’24. Per una volta, una sola volta, proviamo a lasciare nel cassetto il gossip, le dicerie, le parole dette e non dette, le voci di dentro, le parentele, anteponiamo la Nocerina al nostro orgoglio di “sapere” prima di tutti e basta con: “Ho saputo questo, te lo dico ma non dire niente a nessuno”. Dimostriamolo coi fatti che NOI siamo la Nocerina, assumiamoci la responsabilità di non dare “alibi” a nessuno e magari a maggio prossimo ci abbracciamo riuscendo a gioire per la vittoria di un campionato di serie D a 51 anni di distanza dall’ultima volta.

Carmine Apicella 

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