TRIPLICE FISCHIO: la grinta di Dorato e la miopia dell’assistente
Il pari nel derby con la Cavese costa ai rossoneri il secondo posto in classifica e arriva al termine di una gara giocata in modo arrendevole da parte degli ospiti. Se i molossi chiudono la sesta gara consecutiva senza subire gol, arrivano alla seconda senza segnarne. Peccato che quest’ultimo dato sia condizionato da tre pali consecutivi e una rete annullata inspiegabilmente da Manni di Savona, che, sul finire del primo tempo, chiama un fuorigioco inesistente.
IL PROTAGONISTA Non era facile. La “maledizione dei 2005” che sta colpendo la squadra rossonera fin dalla prima gara ufficiale ha costretto Nappi a fare i salti mortali per sostituire Crasta e Gadaleta (squalificati) e Mariano (infortunato). La scelta del tecnico romano è ricaduta su Giovanni Dorato, terzino aggregato alla prima squadra dalla Juniores rossonera. Un debutto da incubo, a freddo, contro la prima della classe, in un derby sentito, in uno stadio pieno (quasi) come ai vecchi tempi. Eppure, il giovane molosso se l’è cavata alla grande, fin dalle primissime battute del match. Ha giocato con concentrazione, contrastando gli avversari con sicurezza.
IL MOMENTO CHIAVE Al novantesimo, la squadra di Nappi è uscita tra gli applausi del folto pubblico del San Francesco. I rossoneri, sul campo, hanno dato tutto. Da Fantoni, praticamente inoperoso, a Fabbricatore, hanno lottato, uniti, per regalare una gioia ai propri tifosi. Ma quando l’annata nasce storta, muore storta. Di certo, Nappi ha imparato che il pubblico di Nocera non vuole solo vincere e sa rendere il giusto tributo ai suoi ragazzi quando si comportano come veri molossi.
DIETRO LA LAVAGNA E sono tre. Dopo la traversa e il palo di Boreale, un altro legno ha condizionato, oramai irrimediabilmente, la rincorsa rossonera verso un sogno, in realtà, svanito già dopo il girone d’andata. Il palo colpito da Maimone al termine del primo tempo ha stretto nel petto l’urlo del gol ai seimila cuori rossoneri presenti nel derby con la Cavese. In realtà, nel prosieguo dell’azione, Tuninetti ha segnato, ma il secondo assistente ha alzato la bandierina segnalando un fuorigioco del tutto inesistente. Che la classe arbitrale italiana stia vivendo un momento “no” è evidente (basta dare uno sguardo a quello che sta accadendo nelle serie superiori), ma mai una volta che una svista vada a favore dei molossi. Ieri, il signor Matteo Manni sarà tornato a Savona consapevole di aver preso un abbaglio clamoroso che, probabilmente, e giustamente, gli sbarrerà la strada verso la promozione alla C.A.N. C.
Francesco Belsito